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Il Giro è una magia

Già a 9 anni il giro mi ha fatto innamorare. E farà innamorare anche voi. Quest’anno il giro lo vince...

Mar 12 Mag 2009 | di Davide Cassani | A&S SPORT
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Avevo 9 anni, ma è come se fosse ieri. Mio padre mi portò a vedere la tappa di Faenza al Giro d’Italia e, nonostante vidi una macchia colorata sfrecciare davanti ai miei occhi per pochi secondi, ne rimasi affascinato.
“Babbo, voglio farlo anch’io il Giro d’Italia”. Lui si mise a ridere, sapeva che erano parole di un bambino.
Avevo 21 anni, ma era come se fossero passate poche ore. Mio padre mi salutò quando mi vide partire per il mio primo Giro d’Italia. Era talmente felice che dal giorno in cui passai professionista non ha più toccato una sigaretta: lui, che era un fumatore incallito.
Oggi di anni ne ho 48 e non vedo l’ora che cominci il Giro d’Italia, perché, come per magia, ritorno bambino.
Il Giro è una magia. Come d’incanto, dove passa, tutto si trasforma, anche l’aria che si respira. Non ci credete? Provate per credere e vi assicuro che non rimarrete delusi. Scendete per strada, aspettate la corsa, le prime auto del seguito, poi le moto della polizia, la strada che all’improvviso si illumina di mille colori e quella macchia che piano piano si avvicina: sono loro, i corridori, che vi vengono incontro. Sudati, affaticati, ma contenti di essere lì ad inseguire il sogno di una vittoria.
Non perdetevi quel momento sublime in cui il gruppo vi passa a pochi metri: il fruscio delle ruote, il rumore dell’aria che si sposta, il brusio delle catene e quel gruppo che, senza bisogno di alcuna parola vi trasmetterà mille emozioni, anche se il ciclismo non è il vostro sport preferito.
Dove passa il Giro d’Italia c’è festa. è cosi da cento anni, perché non è una semplice corsa in bicicletta, ma molto di più. è storia, cultura, passione. Correrlo è davvero difficile, ma quando arrivi al traguardo dell’ultima tappa e ti guardi indietro, senti di avere fatto qualcosa di grandioso, anche se non hai vinto nemmeno una tappa.
A proposito, chi vince? E chi lo sa. Ivan Basso è il favorito numero uno, ma attenzione anche a Sastre, uno spagnolo che lo scorso anno ha vinto il Tour de France, poi c’è un russo che di cognome fa Menchov, poco appariscente, ma forte e costante e non si puo dimenticare Damiano Cunego vincitore del Giro 2004, così come Danilo Di Luca e Gilberto Simoni, corridori che il Giro l’hanno già vinto. Anche Stefano Garzelli mi sembra che abbia una buona forma ed è il capitano dell’ Acqua & Sapone - Caffè Mokambo. Due anni fa vinse un paio di tappe senza combinare niente in classifica generale, ma quest’anno potrebbe sorprendere tutti e ritornare quel corridore in grado di vincere, come nel 2000 quando concluse al primo posto la corsa rosa.
Per ultimo ho tenuto l’americano. Sì, parlo di Lance Armstrong. Dopo 3 anni è ritornato alle corse e per la prima volta nella sua vita prenderà il via ad un Giro d’Italia. Cosa combinerà? Ho timore che, dopo la rottura della clavicola a marzo, non abbia grandi possibilità di lottare per i vertici della classifica generale, ma non si mai. è stato un grande campione e il Giro ci dirà se lo è ancora.
Per quanto mi riguarda avrò ancora una volta la soddisfazione di commentare dai microfoni RAI questa magnifica corsa in bicicletta. Sarà il mio 25° Giro, ma è come se fosse il primo, perché - come dicevo prima - la sua magia mi rapirà il primo giorno a Venezia e per 3 settimane vivrò il sogno di quando a 9 anni mio padre, portandomi a vedere il Giro d’Italia, mi fece passare la prima grande emozione della mia vita, un emozione che non è ancora terminata e che tutti gli anni, come d’incanto, ritorna.


Il Giro accanto ai fratelli d’Abruzzo!
Presso i camper “Acqua & Sapone” sarà possibile contribuire alla raccolta pro terremotati
Palmiro Masciarelli

«Troppo modesto capitan Garzelli, quale bella figura! Può ambire al podio, e lo sa bene!» Non si nasconde Palmiro Masciarelli, indimenticato scudiero di Francesco Moser negli anni ’80, ed attuale team manager dell’équipe Acqua & Sapone. «Il tracciato ben si adatta alle caratteristiche del capitano – evidenzia Masciarelli –: salite lunghe ma non troppo ripide, e da affrontare subito. Poi la lunga volata verso sud. Percorso buono per le caratteristiche di Garzelli, e di Francesco Masciarelli». Figlio terzogenito di Palmiro, classe 1986, Francesco è al suo primo giro da professionista. Coi fratelli Simone ed Andrea, anch’essi ciclisti professionisti, è nel team Acqua & Sapone: pedali e catene decisamente nel DNA dei Masciarelli!
«Correva mio zio nel ’53 – racconta Palmiro –, poi io ed i miei ragazzi: evidentemente noi Masciarelli giù dalla sella non ci sappiamo stare».
Ciclismo nel sangue, come nel sangue ha l’Abruzzo il pescarese Palmiro: a Sambuceto, provincia di Chieti, è la casa del team Acqua & Sapone. E il pensiero corre al tremendo terremoto del mese scorso: «È una tragedia immensa. Cose da dire ce ne sarebbero, ma, come d’uso per il nostro popolo e per rispetto di chi ha perso tutto, compresa la vita, meglio lavorare e tacere. Tra gli sponsor del nostro team c’è anche la Regione Abruzzo: ci siamo già attivati per raccogliere fondi pro terremotati alla partenza e all’arrivo di ogni tappa».
Presso i caravan della squadra, spiega Masciarelli, ci saranno dei salvadanai dove sarà possibile effettuare donazioni: «Li custodiremo, consegnando ogni centesimo agli enti territoriali abruzzesi – precisa il team-manager – i quali decideranno sulla priorità degli interventi. Se il Giro porterà allegria nelle piazze d’Italia, daremo la possibilità a chi viene a trovarci di aiutare i fratelli meno fortunati.»
Unica squadra del Centro Sud, Masciarelli non si unisce a chi ha lamentato come il Giro quest’anno tocchi poco il meridione. «Poche tappe, ma il Giro si decide qui. Il Blockhouse (cima del gruppo della Majella), il Vesuvio, la crono di Roma: saranno le ultime tappe ed il centro sud avrà il massimo della visibilità mediatica. Va bene così!»

 


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