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Stefano Baldini: corro la quinta olimpiade

Dopo il ritiro dalle gare nel 2010, commenta Londra 2012

Lun 30 Lug 2012 | di Boris Sollazzo | A&S SPORT
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Il viso pulito di Stefano Baldini stravolto dalla fatica, il sorriso tirato di un vincitore. Questo è il ricordo più bello di un maratoneta eroico che ha dato lustro all'Italia: due volte terzo ai mondiali, due volte campione europeo a Budapest (1998) e Goteborg (2006), ma soprattutto campione olimpico ad Atene, nel 2004. L'emblema dello sportivo leale e coraggioso, questo è Stefano Baldini. Uno abituato a correre da sempre - ha 10 fratelli! - e che ora farà la sua quinta Olimpiade dagli studi di SkySport.
 
Come affronterà le gare... dall'altra parte?
«Io ho fatto le ultime quattro Olimpiadi da atleta, la mia esperienza olimpica è datata, seppur fresca. Ora, confesso, i Giochi li sento molto più vicini, perché da atleta hai il tuo programma d'allenamento e avvicinamento, ma li tieni sempre un po’ lontani in modo che la tensione non ti giochi brutti scherzi. E, invece, ora mi sento già dentro fino al collo quest’atmosfera e posso viverla con il sorriso sulle labbra. Certo, l'allenamento è duro anche in questo caso: non amo dire stupidaggini e voglio essere aggiornatissimo su atleti, discipline, regole. E comunque correrò la mia decima maratona di Londra: testerò il percorso olimpico per poterne parlare al meglio in tv».
 
Cosa ci vuole per diventare un atleta come lei?
«Intanto devi cominciare a fare sport, gradualmente e per passione. Non devi pensare ai successi o alla fama, ma alla voglia di migliorarti come persona e come corridore. Non ci si improvvisa maratoneti da un giorno all'altro come purtroppo fanno in tanti che poi finiscono per avere una vita sportiva abbastanza breve. è una disciplina speciale, chiude le Olimpiadi e ti dà emozioni fortissime, è la regina dell'Atletica insieme ai 100 metri. E poi è così amata perché è corsa ovunque, è diffusa in tutto il mondo, qualsiasi sia la cultura, la ricchezza o la posizione di un paese».
 
Cosa le ha dato lo sport?
«Un mix di forza mentale e forza fisica, perché in più di 42 km e passa hai tantissimo tempo per pensare e quindi per commettere errori, più che in qualsiasi altro ambito sportivo. Devi avere un equilibrio molto saldo, perché se si spezza è pericolosissimo». 
 
Il momento più bello e quello più brutto della sua carriera?
«Di sicuro il momento più brutto è stata l'Olimpiade di Sidney, quando non ho finito la gara. Ricordo ancora di essermi seduto su un guardrail nei pressi del Centennial Park di Sidney con un’anca fratturata e l’impossibilità di finire. Ero il superfavorito, “dovevo” vincerla quella gara. Ma invece di abbattermi, quella disfatta è stata la molla per il riscatto di 4 anni dopo. E adesso, a distanza di anni, posso dire che sono felice che sia accaduto: è stato troppo bello vincere sul percorso storico di Atene, in quel contesto e in quello stadio, piuttosto che a Sidney. Nella sfortuna, insomma, sono stato fortunato. Chissà quanto tempo ci vorrà perché un altro provi la mia stessa gioia. Lì, poi, c'è stato l'ulteriore privilegio di ricevere la medaglia durante la cerimonia di chiusura, un momento unico. è qualcosa che è stato fatto solo in Grecia e a Pechino».
 
Il doping negli ultimi anni ha toccato anche le Olimpiadi. Lei come lo vive?
«Mi fa soffrire. Confido molto nel sistema di controllo, prima e durante le Olimpiadi l'attenzione al doping e agli inganni è ancora maggiore, ma il modo più efficace di combattere questo cancro non è solo la repressione, ma la cultura. Credo molto nella battaglia culturale, nella riaffermazione dei valori sportivi veri che sono alla base, poi, di quelli fondamentali per una persona».
 
E cosa prova un atleta come lei quando si vedono scandali come quello del calcioscommesse?
«Un’amarezza infinita, delusione e rammarico. Troppi ragazzi non si rendono conto della fortuna che la vita ha regalato loro. Come si fa ad essere così stupidi da sprecare il talento che ti è stato regalato, tradendo tutte le regole, i valori, la bellezza di sport come questi?».
 
 

IL MARATONETA
Nato a Castelnovo Sotto (RE) nel 1971, nel suo curriculum ci sono 13 titoli italiani tra 10.000 e mezza maratona, una vittoria in Coppa Europa sui 10.000, 2 titoli Europei di maratona, 1 titolo Mondiale di mezza maratona, 2 bronzi Mondiali in maratona e l'oro Olimpico di Atene 2004. Ha concluso l'attività nell'ottobre 2010. Oggi collabora col settore tecnico della Fidal.

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