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Rincari nella scuola

Aumentano i prezzi di Libri, zaini e astucci: forse non si sono accorti che c’è la crisi?

Gio 13 Set 2012 | di Armando Marino | Soldi
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Ventitré euro di media per un astuccio “griffato” con un cartone animato (29, se a venderlo è una cartolibreria anziché un ipermercato). E poi dai 60 agli 85 euro per uno zaino-trolley. Il tutto con rincari che del 5-7%. Evidentemente i produttori del settore scuola non si sono accorti che c’è la crisi, che mai come quest’anno le città si sono svuotate poco, che alcune località di vacanza hanno subìto un calo impressionante di visitatori. Il salasso settembrino ai danni delle famiglie sembra un appuntamento fisso, stando ai dati dell’Osservatorio di Federconsumatori e Adusbef, un po’ come certi rincari della benzina che anche quest’estate si sono concentrati a ridosso dei weekend e dei giorni di partenze massicce. Ma, scorrendo i dati dell’Osservatorio, salta all’occhio soprattutto la raffica di rincari per il costo dei libri scolastici. Non che i libri debbano essere considerati di minor valore rispetto a zaini e astucci, anzi. Ma è incredibile come anni di allarmi e di impegni dei governi che si sono succeduti non siano riusciti a mettere davvero sotto controllo la spesa per i libri scolastici, che è una componente fondamentale del diritto allo studio (una famiglia potrà fare a meno dello zaino griffato, ma non del libro di italiano o di storia per il figlio). Anche quest’anno, le associazioni dei consumatori invitano i genitori a segnalare lo sforamento del tetto di spesa, cioè il limite fissato per legge: per quest’anno alle medie il tetto è di 294 euro in prima media, 117 in seconda e 132 in terza, mentre per le superiori le cifre sono differenziate anche a seconda dell’indirizzo di studio. Intorno ai libri di scuola c’è un business notevole e troppe volte si consigliano ai bambini nuove edizioni che hanno aggiornamenti molto marginali, quando invece si potrebbe ricorrere al mercato dell’usato. In fondo, lo scopo della scuola dovrebbe essere di incentivare non la vendita dei libri, ma la lettura. E finora in questo campo le nostre istituzioni scolastiche vantano performance decisamente scadenti. Come diceva quel motto, “mezza Italia non legge libri, l’altra metà li scrive”. 


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