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Non chiamatelo femminicidioNon voglio che si parli (solo) di violenza contro le donne. Ai miei figli voglio insegnare il rispetto da entrambe le partiLun 27 Mag 2013 | di Lucrezia L. | Genitori&Figli
Se mi lasci t’ammazzo. è una frase banale, una minaccia d’ufficio, un estremo quasi d’obbligo tra amanti, che si getta lì magari in un momento di giocosa passione. Io rifiuto la violenza e ancor di più la violenza in amore. Rifiuto anche l’idea che qualcuno possa far male a se stesso per amore, ma almeno in questo trovo una logica. Uccidere una persona che si ama, magari perché rifiutati, invece no, non lo capisco. è un veleno dell’anima che sento estraneo, anche ora che ascolto tv e giornali parlarne tutti i giorni, in modo sempre più allarmistico. I nomi, i volti delle vittime, tutte donne, scorrono sullo schermo e sulle pagine: Rosa, Carla, Daniela, Alessandra. Tutte sorridono, tutte paiono felici, come se proprio questa loro felicità le rendesse più esposte, più indifese, perché meno preparate all’odio di chi sta loro vicino. |
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