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Ben arrivata Giada

Per la prima volta racconto l’incontro con la bambina arrivata in Italia e adottata da una coppia

Ven 22 Nov 2013 | di Rossana Ruiu | Io Giornalista

Partenza 6 aprile 1994, mercoledì, destinazione Nepal, India, Isole Laccadive. Ritorno a casa con volo Bonbay, Fiumicino il 4 maggio, mercoledì, ore 12. Il viaggio di ritorno non è stato molto buono, sia noi passeggeri che l'equipaggio accusavamo mal di testa e nausea, propabilmente per un forte puzzo di nafta che permeava l'aereo. Di fronte a me due suorine cullavano due ceste di vimini con dentro - l'ho saputo dopo - due piccoli bambini. Atterriamo, mentre i miei compagni di viaggio andavano a recuperare i bagagli, io seduta sulla mia valigetta a mano, cercavo di non pensare in che cosa saremmo potuti incorrere se non fossimo arrivati sani e salvi. Alzo gli occhi e incontro due fari luminosi e azzurri e una voce flebile mi chiede come è stato il viaggio. è preoccupata ma ancor di più noto tra le braccia una copertina rosa (che ricordo nella culla delle suorine) e mi invita, mentre la apre, a guardare. Dio mio, è uno dei fagottelli, tutto nero, piccolo piccolo, pieno di capelli neri come la pece, un po’ bruttino (dico fra me e me). Capisce, mi rassicura, dice si farà, si farà, è un dono del cielo. Ci raggiunge un giovane, il futuro papà, e dicono all'unisono: «la chiameremo Giada». 

Mille pensieri e visioni nella mia testa: venivo da un luogo dove i bambini strisciano chiedendo l'elemosina e la cosa sconvolgente è che vengono mutilati per fare più pietà. E qui invece assisto a un miracolo, due giovani angeli (sicuramente italiani) che vedo allontanarsi. Abbracciati a questo piccolo fagotto come a voler cancellare tutto il suo passato e - dico io - la probabilità che potesse incrementare il popolo di quegli infelici. Sono così emozionata che ho le lacrime agli occhi. I miei compagni di viaggio mi raggiungono con i bagagli puzzolenti. Mi dicono non è successo nulla stai tranquilla, qualche giorno all'aria e la puzza andrà via. Non è successo niente? Sorrido ora, voglio godere, centellinare, assaporare da sola questa incredibile storia: è la prima volta che ne parlo.

Ecco Giada, questo è stato il tuo arrivo in Italia 19 anni fa il 4 maggio 1994, aeroporto di Fiumicino (Roma). Mi piace pensare che sono stata la prima persona a cui sei stata presentata. Ti auguro, e in tutti questi anni ti ho sempre pensata, ogni bene e felicità a te e ai tuoi meravigliosi genitori.                      


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