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Jennifer Morrison, principessa delle favoleJennifer Morrison nei panni della figlia di Biancaneve in “C’era una volta”: ecco come la magia ha contaminato anche la sua vita di tutti i giorni…Ven 27 Feb 2015 | di Alessandra De Tommasi | TV/Cinema
Ogni bambina sogna di diventare una principessa delle favole. Di solito immagina di essere Cenerentola o la Bella Addormentata nel bosco o la Sirenetta. Da piccola succedeva anche a Jennifer Morrison, che abbiamo conosciuto nel camice dell’assistente di “Dr. House”. Oggi è la star di “C’era una volta”, la rivisitazione delle fiabe Disney a puntate in onda in Italia su FOX, che ha raccontato al Monte-Carlo TV Fest. Il suo personaggio, Emma Swan, ha una particolarità e va ben oltre i desideri dell’infanzia perché è inedito, cucito addosso all’attrice: ecco, allora, che la figlia di Biancaneve diventa protagonista assoluta di una storia tutta sua e mai raccontata prima. Eterea ed elegante, la 35enne interprete condivide poco nella realtà con l’irruenza e lo spirito da maschiaccio della sua eroina. A legarle, però, sono altre caratteristiche, come il fortissimo desiderio di vedere il lato positivo persino nella situazione più buia. Diventare un personaggio delle favole dev’essere stato un sogno! «Mi sento un po’ come Emma, a dire il vero: quando la conosciamo in “C’era una volta” lei ha bisogno di essere convinta a credere nella follia che le si presenta di fronte. Poi rompe la maledizione di Storybrooke ed ha prove sufficienti per rendersi conto che è tutto vero. Acquista dei poteri magici, ma non sa come usarli. E in questo mi riconosco». È una metafora per dire che quando sei un’attrice e ti danno le chiavi di Hollywood poi ti puoi perdere facilmente? «Qualcosa del genere. Emma resta con i piedi per terra ed è quello che cerco di fare io e in fondo tutti noi alla fine siamo alla ricerca di un senso della vita». Qual è, secondo lei? «Per me si traduce con l’amore e il senso di responsabilità. Tutto questo groviglio di emozioni io lo metto in scena, cerco nel copione un’àncora alla realtà». E come fa? «Hai presente quando Emma dice una frase del genere: “Santo Cielo, pure la strega di OZ è vera?”. Ecco, quella sorpresa che mantiene fresco il personaggio la provo costantemente». Il suo è uno dei personaggi più moderni mai innestati in una favola classica… «Emma fa continui riferimenti alla cultura pop, da “Star Wars” a “Ritorno al futuro”, e io la adoro per questo. Nessun altro nel mondo delle favole però la capisce e questo è divertente. Esistono nella nostra quotidianità cose che non comprendiamo e non ci mettono a nostro agio, un po’ come la magia». C’è stato un momento che l’ha emozionata in particolare? «Non è legato agli incantesimi come si potrebbe immaginare. Io preferisco i momenti intimi, quelli personali, infatti sono legata alle scene della stagione tre, in cui si capisce come Biancaneve e il Principe Azzurro si sono conosciuti e innamorati. Quel senso di amore puro che Emma riscopre guardando il legame dei suoi genitori lascia senza fiato». Per lasciare un alone di mistero su quello che accadrà, si tiene lontana dai nuovi copioni? «Sul set non mi danno anticipazioni su quello che accadrà, ne so quanto il pubblico e il mio stupore rimane autentico anche se, con 9 pagine di sceneggiatura al giorno da recitare, l’importante è restare concentrati». Al cinema proprio a marzo torna “Cenerentola” diretto da Kenneth Branagh e presto Emma Watson sarà protagonista de “La bella e la bestia”. Pensa che il cinema e la tv attingano alle fiabe perché non c’è più originalità nelle storie? «Assolutamente no. È come dar loro una nuova vita, perché le favole ancora oggi ci insegnano a leggere il mondo. Oggi non esistono segreti, internet rende ogni informazione accessibile, eppure tra le crisi, le malattie e gli orrori della cronaca abbiamo ancora bisogno di un angolo di speranza». Qual è la lezione più grande che ha imparato? «Devi lottare, scoprire chi sei e credere fermamente che il domani sarà migliore. Ecco perché “Maleficent” con Angelina Jolie ha avuto così tanto successo. Va ben al di là della nostalgia dell’infanzia, questi film e telefilm diventano carichi di significato per l’oggi, ecco perché a me piacciono tanto». Le piacciono i social network? «Ho opinioni contrastanti al riguardo. Da un lato penso che strumenti come Twitter tolgano tutto il senso del mistero nella vita, ma anche nel mondo dello spettacolo. Dalle sceneggiature alle esperienze personali, trovi tutto online. Prendiamo le anticipazioni di cui parlavamo prima, i cosiddetti spoiler: vengono usati per mantener viva l’attenzione del pubblico, ma penso che rovinino parte della sorpresa della scoperta. Io da spettatrice non cerco di sapere in anticipo le cose su quello che mi piace, sono fatta così». Un’ultima curiosità: Emma non teme nulla, ma lei ce l’ha qualche paura? «Oh, sì: ho un problema con gli aerei. Tempo fa ho avuto una bruttissima esperienza con un volo e da allora non sono proprio tranquillissima quando salgo a bordo…».
DA DR. HOUSE ALLE FAVOLE
Jennifer Marie Morrison, classe ’79, ha avuto un debutto eccellente: appena quindicenne ha recitato con Richard Gere e Sharon Stone in “Trappola d’amore”. Il successo, però, è arrivato dieci anni dopo con la serie tv “Dr. House – Medical Division” nel camice della dottoressa Allison Cameron, l’assistente dello scorbutico protagonista, con la sindrome della crocerossina. Questa vocazione è in comune con Emma Swan, la salvatrice di “C’era una volta – Once Upon A Time”, la serie cult in onda su FOX con la stagione 4. Nel telefilm interpreta infatti la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro, che, come tutti i personaggi delle favole, finiscono per vivere in un universo parallelo senza poteri e, inizialmente, senza memoria per via di un incantesimo della Regina Cattiva. L’attrice è stata ospite d’onore della scorsa edizione del Monte-Carlo TV Festival.
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