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NETFLIX: addio solita tv

Lo spettatore sceglie cosa vedere, quando, come e dove: la tv generalista superata dalla tv on demand

Gio 22 Ott 2015 | di Stefano Cortelletti | TV/Cinema
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Ne ha fatta di strada la televisione in Italia in poco più di sessant'anni di esistenza. Ogni decennio ha subìto importanti mutamenti nella modalità di fruizione del mezzo televisivo: dal canale unico al doppio canale, poi il colore, la tv commerciale, le piattaforme digitali ed i contenuti a pagamento, fino all'ultima rivoluzione, Netflix. Dal 22 ottobre 2015, così come avviene da anni negli Stati Uniti d'America e nel resto d'Europa, lo spettatore ha una ulteriore possibilità di costruirsi il proprio palinsesto, tramite la fruizione dei contenuti in streaming: sceglie cosa guardare, dove guardarlo e quando. Da tempo ormai non è più la televisione che detta l'agenda della giornata, ma è lo spettatore che adatta i programmi in base ai propri gusti e al proprio tempo. Netflix in sostanza si pone come un ulteriore concorrente alla tv commerciale e di Stato, sottraendo spettatori attraverso i nuovi sistemi di comunicazione. Una ulteriore opportunità di tv on demand che sta scalzando i palinsesti ingessati delle televisioni nazionalpopolari. Sulla scorta di quanto avviene con Youtube, Netflix permette allo spettatore di scegliersi il film o la serie che più gli piace, selezionare lingua e sottotitoli. Una videoteca senza limiti che manda definitivamente in pensione i lettori dvd. Il tutto con un abbonamento ridicolo, senza obblighi di durata.
L'apparecchio televisivo perde il monopolio. Con Netflix i contenuti si veicolano attraverso computer, iPad, tablet, smartphone, console videogames (Playstation, Xbox, Wii), lettori blu-ray, Apple TV, Box TV e Smart TV. Non più antenna o parabola: ora comanda la linea internet veloce. Se non è rivoluzione questa. La televisione a pagamento si sta imponendo sulla tv generalista: la guerra per i diritti tv su calcio, Formula Uno ed eventi sportivi internazionali porta lo spettatore alla sottoscrizione di abbonamenti dedicati, che gli consentono di accedere anche ad altre piattaforme di canali (come Sky, Mediaset Premium o Infinity) abbandonando le tradizionali Rai e Mediaset. Questo nuovo sistema di usufruire della tv non sta (ancora) mandando in crisi l’offerta di televisione generalista, che continuerà a restare al centro del sistema. Questo per ragioni demografiche (maggior peso degli anziani e delle loro abitudini televisive) e ragioni economiche (non tutti possono permettersi di pagare un abbonamento) che fanno della televisione generalista ancora il modello prevalente di fruizione televisiva. Certamente è una ulteriore spallata a un sistema di duopolio che esiste solo in Italia. “Pago per quello che vedo” sembra essere lo slogan del presente, nonostante resti l'odiato canone Rai per il quale il motto è “pago a prescindere”.

 



Un colosso da 70 milioni di clienti-spettatori

Nel terzo trimestre 2015 Netfix ha registrato 0,88 milioni di nuovi clienti per lo streaming negli Usa e ora il totale dei clienti americani è di 44,83 milioni. A questi vanno sommati i 25,99 milioni di clienti extra-Usa registrati alla fine di settembre, con un incremento di 2,74 milioni di nuovi clienti rispetto al secondo trimestre. Un colosso da oltre 70 milioni di clienti-spettatori e un fatturato da 1,74 miliardi di dollari. A inizio 2016 Netflix estenderà il servizio in diversi mercati dell'Asia per arrivare, dice l'azienda, a una copertura globale alla fine 2016. Nel quarto trimestre Netflix stima che i clienti cresceranno di 1,65 milioni di unità negli USA e di 3,50 milioni all'estero.


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