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Quentin Tarantino: Il regista pulpQuentin Tarantino è una voce fuori dal coro dei registi di Hollywood: trasgressivo, irriverente eppure straordinariamente umano, sa come inchiodare il pubblico alla poltrona con storie incredibili…Gio 25 Feb 2016 | di Alessandra De Tommasi | Interviste Esclusive
Quentin Tarantino è come un bambino: ha la capacità di stupirsi davanti al mondo e l’innocenza di dire quello che pensa, senza filtri. E di metterlo in scena esattamente come la sua mente fantasiosa e originale l’ha partorito. Gli piace il suo lavoro e si vede, perché basta parlargli per cinque minuti per essere contagiati dal suo entusiasmo. Omaggia i grandi registi, ringrazia per le domande e cerca di salutare e parlare in italiano per onorare le origini e i maestri del cinema a cui deve la sua carriera e alcune intuizioni geniali. Fuori dagli schemi in tutti i sensi, riesce a sorprenderti per la timidezza e l’umiltà con cui ascolta chi ha di fronte. Ti aspetteresti atteggiamenti folli e trovate inconsuete, a giudicare dalle pellicole che ha scritto e diretto, invece ti ritrovi davanti un artista disposto a mettersi in gioco, avventurandosi in terreni sconosciuti. Per l’ultimo progetto, “The Hateful Eight”, che ha presentato a Roma assieme a Michael Madsen, Kurt Russell e al maestro Ennio Morricone, ha deciso di mescolare i generi, di giocare con il pubblico e con i suoi personaggi.
Le piace stupire il pubblico e andare controcorrente. In “Hateful Eight” ha deciso di girare in pellicola… Non teme che il pubblico sia messo a dura prova con oltre tre ore di film? Riesce a tirar fuori il peggio dell’animo umano, come fa? Cosa ne pensa della polemica degli Oscar di quest’anno sulla scarsa presenza tra i nominati di artisti afroamericani? È impossibile incasellare un suo film in un unico genere, lo fa per rendere le cose difficili? Lo sa che riceverà molte critiche per come bistratta l’unica donna del cast? Alcune volte mette i personaggi in situazioni diaboliche!
Quentin Jerome Tarantino, classe ’63 e di origini italoamericane, è uno dei registi più eclettici del panorama cinematografico statunitense. Due volte premio Oscar per la sceneggiatura originale, ha debuttato con “Le Iene”, diventando un cult grazie a “Pulp Fiction”, che oltre all’ambita statuetta gli ha fatto conquistare la Palma d’oro al Festival di Cannes, di cui è stato presidente di giuria (nella 57° edizione), così come alla Mostra internazionale d’arte di Venezia (67° edizione). Ha conquistato una stella nella Walk of Fame nel 2015, dopo aver diretto altre pellicole di successo, da “Bastardi senza gloria” a “Django Unchained” fino all’ottava, “The Hateful Eight”, che vanta le musiche del maestro Ennio Morricone. Oltre ad essere sceneggiatore e produttore si è cimentato davanti alla macchina da presa non solo nei cameo dei suoi film, ma anche in serie tv di cui era appassionato, come la spystory “Alias” di J.J. Abrams. La pellicola che l’ha ispirato a darsi al cinema è stata “Bambi”, che ha visto a sei anni con il patrigno. |
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