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Ken Loach: Il cinema dei più deboliAllo scintillio di Hollywood il regista inglese Ken Loach preferisce i racconti intimisti, come “I, Daniel Blake”, il nuovo film che ha presentato al Festival di Cannes e che ha vinto la Palma d’OroMar 31 Mag 2016 | di Alessandra De Tommasi | Interviste Esclusive
Guardare la vita con gli occhi di Ken Loach può far venire le vertigini. Il suo cinema è un pugno nello stomaco, sì, ma mai gratuito. Si schiera dalla parte degli ultimi, dà voce ai dimenticati e riporta la speranza in chi non sembra avere più una ragione per vivere. In linea con la sua tradizione, ha deciso di ritornare al Festival di Cannes con “I, Daniel Blake”, il racconto toccante di un uomo alla soglia dei sessant’anni che, per un problema cardiaco, si ritrova senza occupazione e senza prospettive di pensione. In un momento di crisi come quello presente, il regista regala un’istantanea preziosa e commovente della realtà. Difficile non identificarsi, impossibile non lasciarsi prendere per mano da una vicenda tanto delicata quanto profonda. Alla Croisette arriva con l’aria gentile e lo sguardo generoso di sempre, con quel misto di umiltà e gratitudine che solo i grandi possiedono. Come si fa a raccontare una storia di disperazione senza scadere nel buonismo o far sembrare patetico il protagonista? La disoccupazione è purtroppo una condizione condivisa… È vero che lascia libero il cast di improvvisare quando e come vuole? Come si ridà speranza a chi ha perso tutto? Un film può aiutare? Come sceglie un progetto? Ha già in mente un prossimo progetto?
VINCITORE DELLA PALMA D’ORO 2016 Kenneth Loach, classe ’36, è uno dei registi britannici contemporanei di maggior spessore, perché ha messo il suo cinema a servizio degli ultimi. Proveniente da una famiglia operaia, si è sempre schierato politicamente a favore dei diritti sociali, come il documentario “Which side are you on?”, sullo sciopero dei minatori inglesi. Dopo aver prestato servizio militare presso la Royal Air Force, ha scoperto il teatro e ha iniziato a lavorare come regista televisivo anche per la BBC. Nel frattempo abbraccia vari progetti cinematografici, da “Poor Cow” a “Kes”. Tra le ultime pellicole ricordiamo “In questo mondo libero…”, “Il vento che accarezza l’erba” e “Il mio amico Eric”. Al 69° Festival di Cannes ha presentato il suo ultimo lavoro, “I, Daniel Blake”, la storia di un uomo alla vigilia dei 60 anni, che, senza lavoro né pensione, si trova a combattere con la burocrazia e con i pregiudizi. Un film che gli è valsa la Palma d’Oro. Loach aveva vinto già nel 2006 e nel 1994 aveva conquistato il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Sposato dal 1962 con Lesley Ashton, è padre di cinque figli, di cui uno tragicamente scomparso a causa di un incidente stradale all’età di 6 anni. |
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