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La truffa con un clicDati personali rubati via mail: ecco come evitare la trappolaGio 30 Giu 2016 | di Stefano Cortelletti | Attualitā
Le email sono ormai diventate parte integrante della nostra vita sia privata, sia professionale. Se da una parte contribuiscono ad accelerare i tempi della comunicazione, evitando le lungaggini della posta ordinaria, dall'altro potrebbero rappresentare una delle minacce più grandi per i dati personali e per computer e dispositivi mobili, dal momento che i criminali online le utilizzano spesso e volentieri per i loro loschi scopi. Secondo G Data SecurityLabs, la più importante azienda europea che sviluppa antivirus, l’83% delle email inviate a livello mondiale non è nient’altro che spam e phishing, il metodo pratico con cui si realizza il furto per via informatica. La truffa realizzata su internet attraverso l’inganno degli utenti si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli. Chi ha dimestichezza con la posta elettronica riconosce quasi subito le mail phishing, ma i cybercriminali si aggiornano continuamente e creano nuove tipologie di truffa tanto da mettere alla prova i più esperti internauti. Capita anche ai migliori. Basta un attimo di distrazione per cadere nella trappola. Il phishing si verifica soprattutto via email o messaggi istantanei di chat e punta a rubare dati personali: indirizzo di casa o di lavoro, carta di credito, conto corrente, password, pin, numero di telefono. L'obiettivo è uno solo: fare soldi. Ecco il trucco: i criminali della rete inviano un’email quasi identica a quelle che invia Poste.it o una qualsiasi banca. Stessa grafica, stesso logo, stesso tipo di testo e layout. E dentro ci scrivono un messaggio nel quale comunicano l'intenzione di bloccare il conto. Se non hai mai sentito parlare di phishing e furto d’identità su Internet ti fidi di quello che leggi: c’è il logo giallo di Poste Italiane o quello della propria banca, quindi clicchi diligentemente sul link “Accedi ai servizi online”, che guarda caso reindirizza a un sito quasi identico a quello originale. Digiti la tua password e a quel punto inizia il dramma. Perché il truffatore fa leva proprio sulla fiducia che i risparmiatori ripongono nella propria banca: mentre tu digiti, lui registra i dati da te inseriti e li riutilizzerà per entrare nel tuo account e rubare i tuoi soldi. In passato il primo mezzo di infezione utilizzato era il codice maligno contenuto nei file inviati in allegato. Oggi, invece, contengono spesso dei link che portano le vittime a cliccare su un sito infetto camuffato. Mentre il numero delle email pericolose non può essere controllato, la maggior parte dei criminali utilizzano un piccolo numero di trucchi ricorrenti. Trucchi che, se conosciuti, si possono evitare.
BASTA POCO PER ACCORGERSI DEL ‘PHISHING’Il sito della Polizia di Stato www.commissariatodips.it dà alcuni consigli per verificare l'attendibilità di una mail. La grammatica questa sconosciuta Gli indirizzi nascosti Non rispondere Non aprire gli allegati Cambiare password spesso
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