Andalusia, una terra dalle mille sorprese
La regione più colorata, profumata, musicale della Spagna, quell’Andalusia senza tempo, dove le civiltà si sono mescolate in una magica alchimia
Gio 29 Set 2016 | di Giuseppe Barbieri | Turisti non per caso
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L’Andalusia è quella fetta di Spagna che simboleggia maggiormente la passione e l’amore di questa terra: un continuo carosello di suoni e colori, umanità, mantillas, serenate e fiestas, sullo sfondo del grande patrimonio d’arte lasciato dagli uomini del passato.
E' come un piccolo continente, con svariatissime attrattive naturali, tutte concentrate: spostandosi di soli 80 chilometri da Granada si può trovare il mare o la montagna, nella Sierra Nevada, così da avere la possibilità di fare il bagno e sciare anche in dicembre. Ci eravamo stati molti anni fa con mia moglie, quando eravamo più giovani e ne eravamo rimasti incantati, tanto da pensare di trasferirci a vivere qui in questa terra “caliente”, ma poi al ritorno come spesso accade, le cose cambiano e il sogno svanì. Quest’anno, sapendo che ci sono alcune compagnie di navigazione in servizio regolare da Genova, Livorno e Civitavecchia, per raggiungere la Costa del Sol, sbarcando, con l’auto al seguito, a Barcellona, ci è venuto il desiderio di tornarci. Così ci siamo entusiasmati e incuriositi a vedere “l’effetto che fa”. Un’ottima possibilità di unire due piaceri: quello di una mini crociera e quello di diminuire molti chilometri alla guida, evitando nei periodi di alta stagione possibili ingorghi che alterano l’atmosfera vacanziera. Ed eccoci qua, intenti a trasferire i bagagli in cabina. Dopo circa un giorno e mezzo di navigazione piacevole e distensiva, giungiamo in vista di Barcellona nel suo grande porto, che ci accoglie con una splendida giornata soleggiata e un antico veliero ci dà il benvenuto. Proseguiamo in macchina direzione Malaga verso il sud, sull’autostrada AP-7, corrispondente alla Strada Europea E15. Percorre tutta la costa della Spagna fino a Valencia e il tratto che a noi interessa lungo il mare, superando Tarragona, ci porterà fino alla nostra mèta, attraversando la Costa Tropical, che appartiene alla provincia di Granada. Superato Motril e Lanjaron, prendiamo una strada secondaria e lasciamo la costa per dirigerci in una manciata di chilometri verso la Sierra Nevada e Granada… non possiamo perderci queste meraviglie!
LA SIERRA NEVADA
Tutt’intorno, a perdita d’occhio, ecco immensi boschi di castagni e frutteti, un panorama nel Parco Naturale della Sierra Nevada dal quale emergono le rovine dell’antico castello arabo di Lanjaron, una piccola cittadina famosa per le sue acque termali, che l’Organizzazione Mondiale della Salute ha riconosciuto uno dei luoghi più longevi del pianeta, dove i suoi abitanti spesso vivono più di cento anni. è tutto un susseguirsi di strapiombi, laghetti, torrenti e vette innevate. Tra queste immense catene montuose, la gente, qualche volta anche in costume tradizionale, usa adornare gli alberi con la frutta o comporre caratteristiche figure allegoriche per richiamare il turista ad acquistare il miele che, si dice, sia il più buono di tutta la Spagna. La strada, man mano che saliamo, si fa più ripida e tortuosa, ma lo spettacolo è sorprendente: da una parte il mare immenso, dall’altra neve e ghiaccio a perdita d’occhio; siamo ormai a quota 3.000. Ci fermiamo a fare colazione alla stazione sciistica, constatando che l’aria è molto rarefatta, respiriamo un po’ a fatica, perché non abbiamo avuto l’accortezza di effettuare prima almeno un’altra sosta per acclimatarci. I versanti formano lunghe e strette valli separate da valichi e vallate, ideali per escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo.
GRANADA E IL SUO FASCINO MEDIO-ORIENTALE
Dopo un’idilliaca immersione nella natura, arriviamo a Granada. Questa monumentale città, molto speciale e unica, dal fascino medio-orientale, ci appare con un insieme di edifici barocchi o angoli influenzati dall’architettura del levante: frutto della cultura e della civiltà arabo-cristiana in Spagna, che si ritrova qui più d’ogni altro luogo. Sulla verde collina troneggia una delle sette meraviglie del mondo moderno, l’Alhambra, in arabo al-Hamra una vera città murata, ultimo baluardo dei Mori, ora Patrimonio dell’Unesco. Un capolavoro architettonico armonioso ed elegante con elaboratissime decorazioni interne che si contrappongono alle nude, umili pareti esterne. Una profusione di esili colonne sormontate da leggeri archi moreschi, marmi, gessi e ceramiche dai motivi ornamentali policromi: un gioco di preziosità e sottigliezze incantevoli. Di sotto, nel centro della città, visitiamo la seconda più grande cattedrale in Spagna, dall’interno rinascimentale e la cupola adornata da vetrate di rara bellezza, ma purtroppo quasi ignorata dai turisti per l’eterna competizione con l’Ahlambra. La città vanta una vivace movida, incrementata anche da manifestazioni religiose e laiche che gli abitanti amano particolarmente. La cucina è ricca di piatti tipici, anch’essi con riferimenti arabi, come la paella di carne o di pesce, la tortiglia e il gazpacho - una zuppa di pomodoro fredda - tutti piatti accompagnati da tante verdure, ortaggi e olio d’oliva, influenzata dall’Oriente anche nei dolci, molti, lavorati con mandorle e zucchero caramellato.
LA COLLINA DI SACROMONTE
Non possiamo non visitare la famosa collina di Sacromonte un po’ più a nord della città. Un antico quartiere gitano ricavato da grandi grotte, dove nacque il flamenco. Oggi c’è anche un albergo-grotta, un museo che raccoglie tutta la storia di questo affascinante luogo, dove in estate si tengono spettacoli folcloristici, tra musica, canti e balli in memoria dell’antico passato.
Lasciamo Granada, città “del sole e dei fior”, come dice la famosa canzone, con un profondo senso di tristezza per le cose che ci sono sfuggite… Non volendo, ma il tempo stringe e dobbiamo raggiungere la costa che porta da Malaga fino quasi a Gibilterra. Ci ritroviamo a Motril, lungo la strada costiera e, subito fuori città, ecco le prime case dei pescatori del tipico borgo di Salobrena nella sua vastissima pianura, un tempo regno di campi ben coltivati, ma ora con un po’ di disappunto ci appare un agglomerato di abitazioni: anche qui è arrivata la speculazione edilizia. Per fortuna il paesino bianchissimo, aggrappato all’unico sperone roccioso, dove domina il castello del X sec., ha limitato molto il cemento. Stradine e vicoli quasi si toccano in un magico equilibrio di tetti scomposti e per raggiungere la sommità bisogna camminare di gran lena, salendo numerosissimi scalini. Qui non giunge alcun rumore ed è bello potersi attardare a fare quattro chiacchere con questa gente semplice, fuori della porta di casa, davanti ad un panorama splendido.
A 50 KM DA MALAGA
Arriviamo così alla deliziosa Nerja. Siamo a 50 km da Malaga e in un dèdalo di bianchissime case nelle stradine tutte pedonali, fanno bella mostra numerosi ristoranti, boutique e artigiani, coi loro prodotti che ci coinvolgono piacevolmente, grazie alla facilità di comprensione della lingua. Scendiamo sulla riva e, come una grande nave affiancata da due piccole spiagge con acque cristalline, si protende verso il mare con un bel viale di palme sopraelevato, il famoso Balcone d’Europa dal panorama suggestivo, mentre assistiamo ad un mirabile tramonto. Proseguendo, stupendi scenari s’alternano a ciuffi di vegetazione lussureggiante e baie solitarie con villaggi di pescatori, in un paesaggio decisamente tropicale con vaste coltivazioni a terrazze di frutta esotica e canna da zucchero, che giungono fino in riva al mare. Ormai siamo a Malaga e finalmente sulla Costa del Sol.
LA COSTA DEL SOL
Vantando 43 giorni di precipitazioni concentrati tra novembre-gennaio e una temperatura media di 25° massima e 11° minima, anche se moderna con i suoi imponenti grattacieli e molto frequentata per via del clima, ha un certo fascino. Ombrose palme che fiancheggiano i larghi viali, molti edifici decorati da preziosi fregi e statue, le caratteristiche carrozzelle per turisti, gli artistici cancelli in ferro battuto, i negozi di souvenir, il suo centro storico ricco di monumenti e, non ultima, la musicalità della lingua, ci portano una ventata dell’autentica Spagna, immutata nel tempo. Vediamo la vecchia fortezza Alcazaba, sotto il monte Gibralfaro, sulla cui cima c’è l’omonimo Castello, collegati con la lunga muraglia della Coracha. Vicino a queste meraviglie si trova anche il teatro romano, che le rende un polo di attrazione completa. Più tardi una rapida visita alla Cattedrale dell’Incarnazione che si staglia sopra la città, denominata familiarmente la “Manquita”, poiché la torre campanaria è ancora incompiuta. Per una pausa, gastronomica ci sono tantissime Tapas-Bar per aperitivi o veloci spuntini, ma nei ristoranti si possono gustare specialità regionali con il rinomato e tradizionale vino locale. Eccoci per proseguire sulla litoranea, dove abbiamo subito la sensazione di trovarci in Florida. Punteggiata da vegetazione tropicale, lunghissime spiagge candide, grandi alberghi, ville lussuose, campi di golf, di equitazione: tutto è più spazioso, più vistoso, più ricco…si sente quasi nell’aria il profumo del denaro. Su questo tratto di costa sono stati costruiti i più efficienti porti per la nautica da diporto di tutta la Spagna. Benalmadena, Capobino, Marbella, Porto Banus, Estepona, Manilva, ecco qualcuno dei principali centri turistici della litoranea che hanno una vitalità e un’identità tutta propria. Oltre ad essere luoghi dove il diportista nautico trova l’assistenza per la sua barca, sono perfettamente inseriti nella natura circostante e si adattano all’architettura tipicamente andalusa: bassa, molto elaborata e ricca di vegetazione e tutto a dimensione umana.
ESTEPONA AMATA DAI FENICI
Di Estepona abbiamo un ricordo bellissimo, perché era qui che volevamo venire a vivere, tanto ci era piaciuta. E piaceva anche molto ai Fenici quando vi si insediarono per farla diventare un porto commerciale tra i più importanti del Mediterraneo. Poi anche ai Romani che la chiamarono “Est Bona” per significare “è una terra buona”. Con il centro storico, il bel porto e la spiaggia “La Rada”, lo è ancora molto! Sovrastata dalla Sierra Bermeja, ora è una delle più moderne stazioni balneari di questa costa. Senza una grande ricchezza storica risulta ancora una deliziosa cittadina con la chiesa Virgen de los Remedios, in stile tra il barocco e il coloniale, le abitazioni imbiancate a calce, qualche palazzo di prestigio e la candida Plaza de Toros dalla forma asimmetrica, che è particolarmente attiva anche per eventi speciali. Sicuramente l’Andalusia ci ha sorpreso di nuovo con i suoi contrasti per la natura prorompente, tra mare e spiagge bellissime, monti imponenti e gente che sa cogliere e gustare sempre gli aspetti più benefici della vita, con gioia e semplicità, senza lasciarsi travolgere completamente dal progresso, come sta avvenendo un po’ ovunque.
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