Splendida… splendida Copenaghen
Ven 28 Ott 2016 | di Testo e foto di Giuseppe Barbieri | Turisti non per caso
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Copenaghen, centro di un grande impero, ma modesta di nascita, è la sintesi tra la vitalità di un’importante città mercantile e la sobrietà nordica. Una città armoniosa, equilibrata e discreta, con due diversi tipi di culture. Una nazionalistica, basata sui concetti di solidarietà sociale; l’altra cosmopolita, più raffinata, tendente all’imitazione di stili e tecniche, sia commerciali che artistiche. Una capitale severa e riservata, ma, allo stesso tempo, allegra, sincera e scanzonata, come una qualsiasi altra città o capitale dell’Europa meridionale.
LE ORIGINI DEL “PORTO DI MERCANTI”
Le origini di Copenaghen, che letteralmente significa “Porto di mercanti”, affondano nel lontano 1167, quando il vescovo guerriero Absalon vi costruì la prima fortezza, sui cui resti sorge oggi il castello di Christianborg. Anche se dovette aspettare ancora due secoli e mezzo, dopo la Pace di Kalmar, divenne sede reale e capitale del regno che comprendeva anche la Svezia e la Norvegia. Ma l’importanza di Copenaghen raggiunse il suo culmine solo nella prima metà del ’600, quando il grande re Cristiano IV, che per molti versi può essere considerato il principale artefice della città così come è conosciuta oggi, la trasformò in una sorta di Parigi del Nord - appellativo che le si addice tuttora - piena di castelli e palazzi sontuosi, nei quali si svolgevano continuamente feste, balli e rappresentazioni teatrali. E da allora l’atmosfera cittadina non si è allontanata molto da quello stile di vita “festaiolo”.
UNA CITTA' QUASI MEDITERRANEA
La più meridionale delle capitali scandinave è così solare, gioviale e movimentata da sembrare quasi una città mediterranea, realizzando la sintesi perfetta tra la tipica vocazione all’efficienza nordica e la propensione latina a godersi la vita. C’è un curioso barometro nella torre di un edificio nella piazza del Municipio, rappresentato dalla statua dorata di una ragazza che ai primi accenni di pioggia esce da una nicchia con l’ombrello, mentre in caso di bel tempo appare in bicicletta: questo sarà il segnale di via libera a tutta la città, che si trasforma in un salotto dove gli abitanti si riversano a conversare, a passeggiare o semplicemente a rilassarsi, chiudendo gli occhi col viso rivolto verso l’alto, per cercare di catturare anche il più piccolo raggio di sole che, con la sua semplice presenza, avvolge l’aria di un piacevole tepore, anche se la temperatura è sotto zero.
A MISURA D’UOMO
Al contrario delle altre metropoli europee, Copenaghen è riuscita a mantenersi “a misura d’uomo”, pur senza negarsi il dinamismo che compete ad una città di quasi seicentomila abitanti; ricca di splendidi monumenti, di costruzioni avveniristiche sempre all’avanguardia come il Teatro dell’Opera, il Palazzo detto “dagli occhi azzurri” o la Biblioteca Reale, coreografici giardini, ristoranti, palazzi storici, uffici, negozi ed attrazioni turistiche. La prima cosa di cui ci si rende conto giungendo in città per la prima volta, infatti, è quella di essersi sbagliati. Normalmente si prevede di ritrovarsi in una città “fredda” anche quando fa caldo e invece si scoprirà che qui tutti sono “caldi” anche con le basse temperature: ovunque si respira gioia, vitalità e voglia di divertirsi. Si vede benissimo che gli abitanti amano la loro città e vogliono fare di tutto per trasmettere questo amore anche agli altri.
Essenziale è vivere in maniera “afslappet”, cioè informale, rilassata, senza troppe convenzioni. Il modo migliore per assaporare l’atmosfera cittadina è lasciare i preconcetti chiusi in valigia e farsi trasportare dalla corrente. Non solo metaforicamente, ma proprio fisicamente e la cosa indispensabile è procurarsi una bicicletta. Se non si vuole prenderla in affitto, basta guardarsi intorno: ben presto se ne troverà qualcuna da prendere in prestito, come i carrelli della spesa nei nostri supermercati, basta inserire una moneta da 20 corone (pari a circa due euro) nell’apposita fessura in bella vista sul manubrio e la bici parcheggiata sarà a vostra disposizione.
Poi, quando si è stanchi di pedalare, si può lasciare in uno dei tanti parcheggi sparsi lungo le strade, ritirando quindi la moneta da 20 corone. I ciclisti a Copenaghen, come in tutta la Danimarca, sono i veri padroni della strada. Godono di ogni privilegio e sono meritevoli di tutte le cortesie da parte dei motorizzati, che poi sono veramente pochi, grazie alle pesantissime tasse che gravano sull’acquisto delle autovetture. Le piste ciclabili fiancheggiano ogni strada, seguono il senso di marcia, coprendo qualsiasi punto della città. “Perché non è anche così da noi almeno dove è possibile?”. Questo è il miglior modo di girare e conoscere ogni angolo, anche in considerazione del fatto che salite e discese sono inesistenti: la Danimarca è talmente piatta che i danesi sostengono scherzosamente che salendo in piedi su una sedia riescono a vedere i confini del Paese.
LA RUOTA PANORAMICA
Se si vuole salire davvero in alto, non resta che montare sull’immensa ruota panoramica del Tivoli, il leggendario parco divertimenti che è praticamente l’ombelico della città. Una vera e propria istituzione, in cui ogni primavera, a partire dal 15 agosto del 1843, si ritrovano tutti i cittadini per festeggiare la bella stagione che si accende e l’inverno che si spegne, con la grandiosa ed immancabile festa di apertura del luna park. Dopo sei mesi di letargo, essa ufficializza l’arrivo della bella stagione. Finalmente si può ricominciare a crogiolarsi al sole, all’aria aperta, senza cappotti e maglioni, standosene sdraiati sui prati in fiore.
Il Tivoli è un concentrato di divertimento e spensieratezza, ristoranti e sale da ballo, giostre e negozi, trenini e montagne russe, ma non è nato affatto per attrarre i turisti, bensì per ospitare gli abitanti di Copenaghen, che ogni giorno si ritrovano in questa sorta di oasi al centro della città, per staccare la spina dal tram-tram quotidiano e tornare spensierati come bambini.
Nella zona un gustoso boccone per tutti gli amanti del mare è rappresentato dal Royal Danish Naval Museum, un edificio giallo che si affaccia sul Christianshavn Kanal. Apparentemente uno dei tanti palazzi del tardo ’700, di cui è ricco il centro di Copenaghen, che al suo interno nasconde un mondo a parte, vivo e palpitante, quello di uno dei più interessanti musei marittimi del mondo. Dopo aver attraversato il parco Tivoli, magari con una sosta per fare uno spuntino in uno dei suoi numerosi e deliziosi ristorantini, ci si ritrova praticamente nel cuore della città.
LA VIA PEDONALE PIÙ LUNGA AL MONDO
Oltrepassata la piazza del municipio (Radhuspladsen), punto d’incontro di migliaia di giovani, meta obbligata per turisti frettolosi ed esposizione permanente di mercatini artigianali e artisti di strada, inizia lo Stroget, la via pedonale più lunga del mondo, traboccante di ristoranti di classe, caffé, birrerie, negozietti di souvenir, boutique d’alta moda e gioiellerie e semplici botteghe artigianali. Lo Stroget, vera e propria spina dorsale della città, è stata la prima strada riservata esclusivamente ai pedoni, anche se col passare del tempo se ne sono aggiunte altre, creando un vero e proprio “paradiso pedonale”. Ogni tanto queste strade si aprono in minuscole piazze con un piccolo ristorante o una vecchia birreria rivestita in legno, dove si mangiano i classici smorrebrod, i tipici “tramezzini” danesi fatti da due fette di pane nero con aringa affumicata o la zuppa di pancetta, verdura e salsiccia.
Chi cercasse il nome Stroget su una mappa cittadina, farebbe uno sforzo inutile: esso non è scritto in alcuna mappa, perché in realtà si tratta di un insieme di 5 strade diverse che si susseguono ininterrottamente, attraversando il centro cittadino da una parte all’altra (collegano Radhuspladsen alla nuova Piazza Reale), dove si trova l’antico porto di Nyhavn, un altro luogo simbolo di Copenaghen.
Esso è costituito da due strade parallele lungo un canale artificiale, che, dal 1671, porta il mare dentro la città: qui si affacciano ancora molti edifici di quell’epoca, coi loro tipici tetti spioventi e le facciate dipinte in vivaci colori pastello, che ospitano rinomati locali e negozietti alla moda
COLORI FIABESCHI
Al tramonto, quando il sole lancia gli ultimi strali d’oro, tutto il paesaggio assume colori fiabeschi: uno spettacolo da non perdere. Negozi e ristoranti d’ogni tipo s’animano di gente entusiasta e serena, che sa cogliere il meglio della vita, mentre un viavai di suoni e aromi pervadono l’aria. Ma un tempo la situazione era ben diversa: fino a qualche decennio fa non era consigliabile passeggiare la sera lungo questo canale, perché era il luogo di ritrovo dei marinai che sbarcavano dopo lunghi viaggi. Poi, come spesso accade, il buon senso economico e sociale prevalse, e da un quartiere malfamato nacque una delle zone più “di tendenza” della città. Alla fine di questa zona del porto, in riva al mare, inizia un’altra passeggiata impareggiabile lungo il molo di Langelinje, quella che porta all’emblema della città: la Sirenetta, che in onore della fiaba di Andersen se ne sta seduta sul suo scoglio dal 1913 ad attendere col cuore spezzato il principe dei suoi sogni.
Lo sguardo malinconico è rivolto verso le enormi navi che in lontananza solcano il mare e ci fa immaginare che ella pensi quanto, tutto sommato, le convenga restarsene lì famosa e immobile ad essere ammirata dai turisti, piuttosto che andare a farsi una nuotata in quelle acque ormai troppo trafficate.
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