acquaesapone Attualità
Interviste Esclusive Viaggi Editoriale Inchieste Io Giornalista TV/Cinema A&S SPORT Zona Stabile Rubriche Libri Speciale Cannes

Ansia e stress nemici sui banchi di scuola

Secondo l'ultimo rapporto Ocse-Pisa gli studenti italiani non rendono come potrebbero. Perché?

Mer 30 Ago 2017 | di Barbara Savodini | Attualità
Foto di 3

Le scuole italiane, pur con le loro mille contraddizioni, hanno da sempre la fama di essere tra le migliori al mondo e non è un mistero che i nostri scienziati siano tra i più ricercati a livello internazionale. Ma un punto debole c’è ed è lì dove nessuno si aspetterebbe di trovarlo: in fase di formazione i giovani sono sempre più stressati e infelici. Ma com’è possibile? Il Bel Paese non era quello in cui arrivare tardi a scuola non era un dramma e combinare qualche marachella era tacitamente ammesso? Sì, certo, ma poi al momento del test arriva la resa dei conti e l’ansia da prestazione travolge alunni ed esaminandi. Il tallone d’Achille dell’italian way of teaching, insomma, sarebbe l’atmosfera minacciosa e tenebrosa che avvolge tanto il giorno del compito in classe quanto quello dell’interrogazione, peggio se a sorpresa. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Ocse-Pisa, il programma per la valutazione internazionale dello studente, che ha visto gli italiani accumulare un punteggio notevolmente inferiore rispetto alla media degli altri Paesi in lettura e scienze. Nella norma, invece, i risultati per quanto riguarda la matematica.  Ben 72 i Paesi presi in esame tra cui i 35 facenti parte dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). 

TUTTA COLPA DELLO STRESS
Nel complesso siamo 34esimi al mondo in rendimento scolastico, ma balziamo sul podio quando si tratta di stilare una classifica relativa allo stress accumulato sui banchi di scuola. Sotto quest'ultimo profilo, in pratica, l'ansia da prestazione è più sentita che in Italia soltanto in Portogallo, a Singapore, in Colombia e in Brasile.  E mettendo a paragone i dati sull’efficienza scolastica globale non ci sono dubbi: il problema dei nostri alunni è tutto psicologico. «Molti educatori – spiega Andreas Schleicher, Capo della Direzione istruzione dell’Ocse – ritengono che l'ansia a scuola sia la conseguenza di un eccesso di test. Il rapporto dimostra invece che l’ansia da prestazione degli studenti non è collegabile alla frequenza degli esami che devono sostenere. A condizionare lo stato d’animo non è il numero delle verifiche, ma il fatto di percepirle come una minaccia». Ecco spiegato perché il solo pensiero di rientrare dalle vacanze e tornare ad occupare il banco è vissuto da molti adolescenti come un vero e proprio incubo. Secondo l'esperto, inoltre, non tutti i docenti hanno una preparazione adeguata ad affrontare gli studenti più difficili, a creare la giusta atmosfera in classe e, soprattutto, a contrastare il nemico numero uno delle nuove generazioni: il bullismo.

LA RICCHEZZA NON C’ENTRA
Il Pisa, letteralmente Programme for International Student Assessment, viene elaborato ogni tre anni dall’Ocse, l’organizzazione a cui aderiscono 35 Nazioni con lo scopo di individuare politiche comuni per lo sviluppo economico. Ed è proprio sull’Ocse-Pisa che si basano tutti i confronti mondiali sull’efficienza dei sistemi scolastici nei singoli Stati. Tre le materie su cui vengono sondati i 15enni di tutto il mondo: matematica, materie scientifiche e padronanza della propria lingua. Nel rapporto non manca una curiosa statistica interna: i liceali del nord Italia sono in media più bravi in tutte le materie. In scienze e lettura sono migliori le ragazze, ma i risultati sono comunque sotto la media Ocse. Unica vera nota positiva? Né a nord né a sud dello Stivale la preparazione dipende dalla ricchezza o dal livello sociale, come invece accade ancora in moltissime altre parti del mondo. 
 
INSICUREZZA: EMERGENZA AL FEMMINILE
Il 70% dei nostri studenti sostiene di sentirsi in ansia per un esame, una verifica o persino per un'interrogazione e per le ragazze è anche peggio. Il gentil sesso, stando all'ultimo rapporto, avverte molto di più la pressione rispetto ai compagni maschi, ma questo accade in maniera uguale in tutto l'Occidente. Ciò non accade invece nei paesi asiatici, dove la differenza di sesso è meno marcata dal punto di vista sia dello stress che del rendimento. Per contrastare questo fenomeno, secondo l'Ocse, le famiglie possono fare molto: le ragazze che vengono incoraggiate dai genitori a credere nelle proprie capacità hanno infatti il 21% di possibilità in più di raggiungere gli obiettivi prefissati.

 


Che voto dai alla tua vita?

Ti ritieni soddisfatto della tua vita? Potendo dare un voto da 1 a 10 la media delle risposte degli studenti italiani è di appena 6,89. C’è un abisso rispetto al giudizio che si sono dati i messicani (8,27), i finlandesi (7,89) e gli olandesi (7,83). 


 


UN BUON INSEGNANTE (SECONDO L'OCSE)

 
• Prefigge obiettivi raggiungibili
• Spiega tutto e in maniera chiara
• Riconosce subito gli studenti ansiosi 
• Aiuta gli alunni ad individuare prospettive di vita
• Li aiuta a riconoscere in autonomia gli errori commessi

 


5 metodi per combattere l’ansia da studio

 
- Elabora un dettagliato programma: se lo seguirai alla lettera arriverai al test o all’esame sapendo un po’ di tutto;
 
- Allontana i pensieri negativi come “non ce la farò mai” o “il prof di sicuro mi chiederà quello che non so”: nessuno può sapere come andrà l’esame e fantasticare fa perdere tempo;
 
- Rispetta le tre S: sport, sonno, salute. Cerca di fare sport in maniera regolare, annullando ogni pensiero durante l’attività fisica, cerca di non perdere ore di sonno e cerca di mangiare cibi freschi, leggeri e salutari, che non ti facciano venire la sonnolenza dopo i pasti;
 
- Accetta lo stress: fa che diventi tuo amico. Avere la pretesa di eliminare del tutto l’ansia è sbagliato e controproducente, devi prendere consapevolezza che essere nervosi per una prova importante è del tutto naturale;
 
- Non perdere tempo a lamentarti sui social. Tutti sapranno dell’imminente esame e sentir parlare in maniera frequente di qualcosa che genera ansia ha il potere di amplificarne gli effetti. 
 

Condividi su: