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Bimbi ‘vivaci’? C’è la ‘camicia di forza’

Gilet imbottiti di sabbia addosso a quelli che danno fastidio ed etichettati con l’incerta diagnosi di ‘iperattivi’

Mer 28 Feb 2018 | di Francesco Buda | Bambini
Foto di 6

Dopo le amfetamine, la zavorra per farli “stare buoni”. Dalla disciplinatissima Germania arriva la novità dei gilet imbottiti di sabbia, da 1,2 a 6 chili, per contenere i bambini. Un sistema adottato già in 200 scuole tedesche per le piccole pesti etichettate come “iperattive”, affette da quella che i camici bianchi chiamano ADHD. È la cosiddetta e controversa sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Quella che ha creato il boom del Ritalin, la “pillola dell'obbedienza” a base di metilfenidato, sostanzialmente è un'amfetamina. Ritirata nel 1989 dal mercato, nel 2001 la sostanza è stata inserita nella tabella degli stupefacenti dal Ministero della sanità, poi spostata nel 2003 in quella degli psicofarmaci. 
 
ADHD, IPERATTIVO A CHI?
Dal 2005 è consentito per i piccoli italiani dai sei anni in su. Ma spesso, come affermano eminenti pedagogisti, psichiatri, psicologi e ricercatori, si tratta solo di bambini con un più elevato quoziente intellettivo, scambiati per patologici bulletti scatenati. Il CDC, centro statunitense per la prevenzione e il controllo delle malattie, a luglio scorso ha riportato l'aumento delle morti tra gli adolescenti 'trattati' con psicofarmaci negli Usa: quadruplicati i decessi dei ragazzini dai 15 ai 19 anni per “overdose” di tale psicostimolante. «Una cosa è sicura: non vi è alcuna condizione nel cervello che genera una malattia chiamata ADHD e nessuno lo ha mai dimostrato e a nessun bambino andrebbero date le amfetamine», afferma il prof Robert Berezin, eminente psichiatra americano, per 40 anni docente all'Harvard Medical School. Per certi 'esperti' il gilet imbottito di sabbia è l'ultima frontiera. Si continua a non vedere chi è e come è il bambino, bloccandolo senza vedere cosa vuol dire quel certo disagio, uccidendone lo spirito e le potenzialità.  

COME TI BLOCCO LE ENERGIE
«È una cosa bizzarra e illogica – dice sbigottito ad Acqua & Sapone il prof Alberto Oliverio, medico e psicobiologo, autorità mondiale in materia -, non mi convince affatto questo gilet. Per i bimbi iperattivi è un blocco della motricità, nulla di più. Anzi, va nella direzione contraria a ciò che serve a questi piccoli, che devono scaricare il surplus di energia, hanno bisogno di correre e impegnarsi in attività all'aria aperta!». Fermo restando che la cosiddetta iperattività è tutta da dimostrare ancora e che lunga è la schiera delle piccole vittime di diagnosi errate, trattandosi probabilmente di ben altri disturbi, da problemi ai sistemi sensoriali a malattie mentali. Di sicuro se manca armonia, rispetto, possibilità di esprimersi pienamente, non si è aiutati. «Certo, può essere sintomo di disagi, molte forme di iperattività – prosegue il luminare - sono legate alla vita statica che facciamo condurre ai piccoli, da casa a scuola, costretti a stare fermi per ore, a volte persino saltando la ricreazione e con genitori eccessivamente timorosi. Invece i bambini non sono fatti per stare al chiuso, incantati dalle nuove tecnologie, ma sono fatti per correre, saltare e stare in gruppo. È necessità fondamentale per loro fare moto, attività che può anche curare la mente, intesa anche come interiorità ed emozioni. Come neuroscienziati sappiamo che tutte le attività fisiche sono essenziali per il cervello, inducendo fattori trofici, cioè fanno crescere e sviluppare il sistema nervoso, favoriscono la plasticità e i circuiti cerebrali». 

GLI ADULTI “CURINO” SE STESSI
I sostenitori della trovata contenitiva dicono che comunque è il bimbo a scegliere se indossare il gilet imbottito di sabbia. «Una loro scelta? E sulla base di che cosa? - incalza il Prof Oliverio –. Il bambino non è in grado di scegliere una terapia o un supporto pedagogico. A volte ne sanno poco gli stessi terapeuti e docenti. Non si può dare ai piccoli la responsabilità di decidere un approccio terapeutico». 
Il mondo dei presunti adulti dovrebbe in effetti conoscere meglio e 'guarire' se stesso e rispondere alla realtà che li interpella. «Il gilet di cui parliamo rientra nella tendenza a ritenere i bimbi come piccoli adulti: non devono disturbare, non devono correre, devono stare buoni». Insomma, domandiamo al Prof Oliverio, il problema non sono i piccoli, ma noi adulti in quanto bambini feriti o inconsapevoli? «Esatto! Agli adulti direi che bisogna comprendere le richieste di bambini, adolescenti e adulti, ogni età ha le sue caratteristiche: gli adulti devono ricordarsi di calarsi nella mente di un bambino per cogliere quello di cui ha veramente bisogno. E ovviamente informarsi, non proiettando la propria psiche sul piccolo».  

COME GLI INTERNATI?
E sulla ‘distrazione’? «L'adulto ha un'attenzione che può durare fino a un'ora – spiega l'esperto -, mentre in un bimbo di sei anni dura 5-10 minuti. L'adulto o il maestro deve o dovrebbe sapere che le esperienze nei bambini sono di breve durata, con breve capacità di attenzione, e beneficiano di apprendimenti multimediali, basati cioè su parola, suoni, musica e attività fisica. Invece nelle scuole italiane c'è stato un regresso, quelle umbertine vecchio stile avevano palestra e cortile, molte nuove scuole hanno sacrificato questi spazi e spesso la motricità viene ridotta, perché implica impegno nei grandi, sorveglianza e timori». Le prigioni mettevano la palla al piede dei detenuti, i  manicomi la camicia di forza ai poveri internati. L'associazione americana degli psichiatri ha premuto sul governo e autorità sanitarie affinché permettano l'elettroshock sui minori resistenti alle attuali terapie farmacologiche. Qui in Europa siamo avanti. Ecco la camicia di forza in taglia baby. Roba seria, eh, costa dai 140 ai 170 euro. 
Poi dicono che il mondo non è a misura di bambino!                  
             
 


Spesso sono bimbi più svegli

Malattia bufala, diagnosi sballate e giustificazioni che non reggono. Così Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva e membro del comitato scientifico di “Giù le mani dai bambini”,  stronca il gilet imbottito di sabbia per calmare i piccoli a scuola. I pazienti da curare con i gilet sarebbero quelli malati di Adhd (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività). «Eppure è ormai noto che questo disturbo, sconfessato dallo stesso ideatore, aumenta con l'aumentare dello stress quotidiano di tutti, che poi si traduce in agitazione per i bambini», spiega lo psicologo ricercatore, che tra l'altro è anche Membro della Commissione Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Molti di questi soggetti sono erroneamente etichettati come Adhd, mentre invece sono plusdotati, ovvero hanno un quoziente intellettivo che va da 130 a 150 (la media è 100, ndr). Una caratteristica che li porta ad annoiarsi, a non interessarsi e, quindi, ad agitarsi se vivono in un ambiente caratterizzato da prestazioni e interessi calibrati per persone nella norma. In Italia abbiamo circa 500mila plusdotati, ma ne vengono individuate solo poche migliaia». 

 


“Fai felice mamma, prendi la pillola” 

Prima del gilet imbottito di sabbia, in Germania fu diffusa in passato anche una brochure con un coccodrillino che diceva ai bambini: “Fai contenta la mamma, chiedile la pasticca che ti fa stare calmo e che la rende felice”. La NEK, Commissione consultiva nazionale svizzera sull'etica biomedica, ha aspramente criticato l'uso del Ritalin, il farmaco per i bambini bollati come iperattivi. L'organismo scientifico afferma che il consumo di farmaci altera il comportamento del bambino, interferendo nella libertà e nei diritti del bambino perché gli agenti farmacologici inducono cambiamenti comportamentali, ma non arrivano ad educare su come realizzare questi cambiamenti in modo autonomo. Il rovescio della medaglia – aggiungiamo noi – è che nemmeno gli adulti si “educano” e arrivano così a comprendere i piccoli, a vivere in modo consapevole e a creare realtà amiche e rispettose dei bambini. Tanto c'è la pasticca.

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