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Sfera ebbasta chi?

Hip hop, rap e trap: come convivere con i gusti musicali dei figli

Gio 27 Set 2018 | di Lucrezia L. | Genitori&Figli

Hai presente il genere genitore-amicone-del-figlio e quella frase fatta “io imparo così tanto dal mio bambino”? Spesso è vuota retorica. Non perché i bambini non abbiano niente da insegnarci, ma perché con l’età la nostra capacità di apprendere cose nuove cala a picco rapidamente. Anche quando ascoltiamo davvero i nostri figli, spesso siamo troppo presi dalle nostre vite per imparare realmente qualcosa, i nostri gusti sono già formati e anno dopo anno finiamo per sprofondare nella trappola della nostalgia.
“Ma che musica ascolti?”. Dì la verità, l’hai mai chiesto a tuo figlio con l’aria disgustata mentre lui si sciroppa, in cuffia a tutto volume, una noiosa cantilena sciorinata da uno che si chiama “Sfera Ebbasta”? Eppure se c’è un campo nel quale non mi rassegno alla nostalgia è proprio la musica. Cerco di capire dai miei figli e dai loro amici cosa va di moda e provo ad ascoltare qualche brano. Diceva il grande sassofonista Sonny Rollins che “esistono solo due tipi di musica: quella buona e l’altra”. Ma non sono del tutto d’accordo. Ci sono indubbiamente qualità oggettive, ma ci sono i gusti, e sono tutti legittimi. Certo, nel caso dei giovanissimi, con il loro stile di vita, la condivisione a tutti i costi, sui social network e quando si ritrovano in gruppo, i gusti spesso sono molto influenzati dalle mode. In ogni caso, questo è il loro mondo. Se ti interessa saperne di più, stringi i denti e ascolta la musica Trap. Lo so, avevi appena imparato cosa sono rap e hip hop ed ecco che ce n’è una nuova. Il termine deriva dalle Trap house, le case occupate dei sobborghi di Atlanta, negli Stati Uniti, dove si spaccia la droga. Musica cupa e maledetta, dunque. Anche se la versione italiana sembra più arrivare da un salotto di Roma Nord, dove i figli comprano la droga con la paghetta. “Mamma devi stare calma se fumo qualche canna”, canta Sfera Ebbasta. E i suoi simili: Dark Polo Gang, Ghali, Rkomi (sì, è l’anagramma di Mirko). I ragazzi un po’ più maturi ascoltano invece la cosiddetta musica Indie italiana, con artisti interessanti come Calcutta, Cosmo, The Giornalisti, dalle sonorità e testi più intimisti. Sono anche andata a sentire Calcutta in concerto una volta e l’ho trovato gradevole. Vedi che alla fine non è tutto da buttare nel nuovo panorama musicale?
Di recente Spotify, l’applicazione per computer e telefonini per ascoltare la musica, ha compilato una classifica dei brani più ascoltati da ciascuna generazione. Chi è nato negli anni ‘70 predilige Vasco Rossi, Fedez, Caparezza, i Coldplay. Negli anni ‘80 si aggiungono Coez, Gue Pequeno, Fabri Fibra. Negli anni ‘90 e 2000 arrivano i nostri eroi Sfera Ebbasta, Ghali, Rkomi.
Al primo colpo d’occhio sono rimasta piuttosto stupita da queste classifiche: non mi ritrovo nella classifica della mia decade di nascita, gli anni ‘70, anche se quando passa Vasco Rossi alla radio mi sento subito trasportare all’adolescenza, alle serate con i miei amici, a quella spensieratezza perduta. Ma è giusto così: anche se non tutti ascoltano la musica su Spotify, credo che le classifiche siano abbastanza rappresentative di un gusto medio: mi è capitato di ascoltare Caparezza qualche volta, ma non è il mio preferito. Sonny Rollins io lo ascolto spesso, ma credo che in Italia non siamo poi così tanti a farlo. Ecco come nasce un “gusto medio”. Per fortuna c’è spazio anche per i gusti personali e di nicchia. Del resto conosco ragazzi che ascoltano solo i Beatles e Bruce Springsteen, influenzati dalla nostalgia dei propri genitori. Piacerebbe anche a me che ascoltassero il Boss, ma poi mi dico che è giusto lasciare che abbiano una propria musica da ascoltare e tra vent’anni sospirare di nostalgia.                                                     

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