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Così mi hanno aiutato a non abortireSola e senza lavoro: mi hanno aiutato anche economicamenteMer 30 Gen 2019 | di Patrizia Lupo | Bambini
Quando è nata Aurora ero giovane e inesperta. Avevo lasciato la mia bella e numerosa famiglia per avventurarmi nella Città eterna alla ricerca del mio futuro. Ho conosciuto Giorgio e mi sono innamorata con tutta me stessa.
Lui lavorava nell’edilizia, io invece mi arrangiavo con lavori occasionali. Dopo qualche mese vivevamo già insieme. Allora non sapevamo cosa volesse dire la vita. Scopro di essere incinta: avere un figlio è una responsabilità troppo grande e ci spaventa. Lui mi chiede di abortire ma io non voglio, reagisce male e litighiamo sempre. Io non lo riconosco più, è aizzato anche dalla sua famiglia e si è chiuso in un silenzio terribile, mi fa sentire esclusa e sola.
Io non ho nessuno con cui confidarmi, sono combattuta e non so cosa fare: interrompere la gravidanza o far nascere questo figlio?
In ospedale, mentre aspetto per una visita sfoglio una rivista. La mia attenzione va ad un articolo che parla di un’Associazione, il Segretariato Sociale per la Vita, che ha aiutato migliaia di mamme ad accogliere il loro bambino. Mi aggrappo a quella piccola speranza e chiamo, forse potranno aiutare anche me.
Chi potrà mai dimenticare quei giorni fatti di dolore e pianto, ma anche di dolce attesa e tenerezza per quella bambina che sentivo crescere dentro. Sapori contrastanti come lo zucchero e il sale.
Lei mi dava forza e amore, lui angoscia, disperazione.
Con la nascita di Aurora le cose tra noi sono peggiorate, sono andata avanti grazie al sostegno economico ricevuto dal Segretariato, ai loro consigli e alla loro vicinanza, anche se le cose più dolorose non le raccontavo a nessuno. Insieme alla mia famiglia, loro sono stati il mio punto di riferimento di quegli anni. Separarmi da Giorgio è stato inevitabile.
Lui poi è sparito e ho cresciuto Aurora da sola. Mi sono rimboccata le maniche, ho cominciato a lavorare sodo e quando non ce l’ho fatta più sono tornata a casa dai miei. Non mi sentivo sconfitta però, solo dolorante e per diversi anni sono rimasta sola, Aurora mi bastava. Poi benedette amiche che mi spingevano a frequentare gente nuova, ad uscire.
Così ho conosciuto l’uomo che ha saputo vincere le mie resistenze e che adesso è mio marito. Lui si è innamorato prima di Aurora, poi di me.
Lei lo chiama papà, ed è proprio così.
Per un aiuto sano
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