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Nuovo switch off, nuovo televisoreLa tecnologia digitale si rinnova... a spese nostreGio 05 Dic 2019 | di Giuseppe Marino | Media
Il passaggio dal vecchio segnale al digitale terrestre risale al 4 luglio 2012: il cosiddetto switch off che molti ancora ricordano per le lunghe serata passate a cercare i nuovi canali. Conosco anziani che si sono liberati dal decoder soltanto da poche settimane. Ecco: meglio che non si rilassino troppo, perché la scena si sta per ripetere. Entro il 2022 andrà in onda un nuovo passaggio epocale per la tv italiana: lo switch off a una nuova tecnologia digitale che farà invecchiare all’istante milioni di apparecchi televisivi. Sembra una data lontanissima, ma per capire la portata di questa trasformazione, basti dire che si stima nell’82% la quota di apparecchi televisivi attualmente nelle case degli italiani che non sono attrezzati per la nuova tecnologia. Va poi specificato che il nuovo salto avverrà in modo scaglionato a seconda delle regioni come la volta scorsa, ma in più avrà un passaggio intermedio.
Niente panico, cerchiamo di capire cosa succede e come prepararsi fin da ora, visto che da questo mese di dicembre 2019 partono degli incentivi per gli apparecchi. Va detto che a differenza della volta scorsa, il nuovo passaggio non porterà a chissà quale novità nella visione dei programmi: con il digitale terrestre ci sono non pochi problemi di ricezione, ma c’è stata anche una moltiplicazione dei canali e dell’offerta di programmi (nella quantità, la qualità è un altro discorso). Questa volta, si tratta solo di spostare i canali su una nuova frequenza, perché quella vecchia sarà destinata al 5G, cioè alla nuova tecnologia di trasmissione dati senza fili, in pratica un potentissimo internet in mobilità, che servirà soprattutto a collegare direttamente al web alcuni oggetti, vedi le automobili.
Cominciamo a orientarci tra le sigle che indicano le tecnologie, lasciando perdere il loro significato, che non è rilevante per chi vuole solo guardare in pace la tv. La tecnologia Mpeg4 scatterà a partire dal primo settembre 2021. La maggior parte dei televisori in circolazione sono già attrezzati, di sicuro quelli acquistati dal 2017 in poi. Per essere sicuri, bisogna controllare di riuscire a vedere i canali in alta risoluzione, quelli dal 501 in poi.
Il passaggio più importante sarà quello dall’attuale Dvb-T al Dvb-T2 e avverrà gradualmente (prima al Nord, poi al Centro e infine al Sud) tra il primo settembre 2012 e il 31 marzo 2022. Se non si ha un televisore già equipaggiato, bisognerà acquistare un decoder o un televisore dotato di tecnologia Dvb-T2 con Hevc. Il governo ha stanziato 151 milioni di incentivi che garantiscono un bonus di 50 euro per chi acquista i nuovi tv o decoder a partire da questo mese, purché abbia un reddito Isee massimo di 21.265,87 euro, che bisognerà dimostrare al negoziante anche con un’autocertificazione. Un punto assai controverso, primo perché non tutti conoscono il proprio Isee e dovrebbero rivolgersi a un Caf per saperlo, secondo perché il governo vendendo le frequenze per il 5G ha incassato ben 6,5 miliardi e quindi c’era abbastanza denaro per rimborsare chiunque ne facesse domanda.
L’alternativa è usare il satellite. Se avete Sky o la piattaforma gratuita Tivusat (e ovviamente l’antenna parabolica), quella di Rai e Mediaset, potrete evitare gli adeguamenti tecnologici e la risintonizzazione senza rimetterci tempo né qualità delle serate.
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