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Vai dove ti porta il vod: capolavori in streamingIl meccanismo ormai oliato del cinema sulle piattaforme produce un’offerta davvero notevoleMar 26 Mag 2020 | di Boris Sollazzo | TV/Cinema
Favolacce
Voto: 5/5
Genere: Dramma
Regia: Damiano e Fabio D’Innocenzo
Se un giorno ci chiederanno quando è iniziato il cinema del terzo millennio, noi diremo a febbraio 2020, a Berlino, quando due gemelli 32enni hanno mostrato a tutti che il cinema italiano poteva toccare le vette di Haneke non dimenticando Pasolini. Il Covid ci ha impedito di goderne in sala (ma dal 15 giugno torneremo a poterlo fare), ma Favolacce anche in streaming non ha perso la sua potenza espressiva, il suo approccio visionario e al contempo muscolare all’analisi sociale e antropologica di un mondo che è metafora del nostro, un po’ periferia residenziale tra l’America e la borgata un po’ Villaggio dei dannati. I D’Innocenzo che sono al loro secondo film (ma questo lo scrissero a 19 anni!) e hanno già in cantiere il quarto - con la supervisione alla sceneggiatura di P.T. Anderson, un western al femminile - mostrano una maturità e una voglia di rompere gli schemi che sono perfettamente amalgamati a un linguaggio cinematografico spiazzante e originale. La loro storia di famiglie che formano una comunità fatta di frustrazioni di adulti bambini e di aspirazioni troppo grandi per l’infanzia, che ci parlano di come sappiamo inquinare i nostri figli, è un thriller dell’anima e dell’emotività collettiva che ti lascia pietrificato, inchiodato. E alla fine ti trovi come l’ottimo Elio Germano (ma tutti sono bravi, dalla Chichiarelli a Malatesta, passando per i ragazzini, facce pazzesche come il loro talento), impotente, sgomento e rabbioso.
Questi due sono il futuro, hanno girato un capolavoro e l’impressione è che il meglio debba ancora venire.
Time to hunt
Voto: 4,5/5
Genere: Thriller
Regia: Yoon Sung-hyun
La Corea del Sud è la nuova capitale del cinema. Nel giro del mondo che ogni anno il cinema fa attraverso le immagini in movimento, si trovano cinematografie che riescono a emergere prepotenti. Se grazie a Inarritu, Cuaròn e Del Toro il Messico ha vissuto (con ben tre Oscar!) una nouvelle vague che ha influenzato il mondo all’inizio degli anni Dieci, se poi è arrivato il Cile ha rompere gli schemi con Pablo Larraìn e soci, ora è il turno di questo paese dell’Estremo Oriente che con autori consolidati conquista il pianeta (ri)partendo da Parasite e passando per questo Time to hunt, film di genere straordinario - tra i protagonisti c’è anche uno che era nel cast dell’opera premiata dall’Academy - con un ritmo incalzante senza i trucchi di un montaggio frenetico, ma solo della forza di una scrittura che alza il livello della tensione emotiva e narrativa in modo costante e feroce. Time to Hunt è un heist movie di tre disperati che provano il colpo della vita, è un ritratto politico distopico che racconta un “futuro presente” inquietante e un racconto di formazione e (auto)distruzione perfetto. Una di quelle perle che Netflix nasconde in un catalogo eccessivo per quantità e non sempre proporzionato alla sua qualità, che hanno reso migliore la nostra quarantena. La poetica cinematografica che arriva dalla Corea del Sud unisce schemi classici a innovazioni del linguaggio post moderne, riuscendo a cambiare e trasformare anche stilemi che sembravano monoliti inattaccabili.
D.N.A. Decisamente non adatti
Voto: 4/5
Genere: Commedia
Regia: Lillo e Greg
Lillo e Greg sono due geni: lo hanno dimostrato nella musica geniale e demenziale dei Latte e i suoi derivati, nei fumetti, in tv, al cinema, a teatro. Soli e insieme. Ora esordiscono alla regia, primo film italiano di un certo livello passato in SVOD (lo streaming a pagamento), una commedia surreale e un po’ folle che prende alcuni dei loro archetipi e li porta in una storia lieve e irresistibile, come quella Anna Foglietta una e trina che interpreta i tre personaggi femminili, riuscendo a conquistarti in ogni posa. Si ride, si sorride, ci si appassiona in questo racconto comico di un bullo e un secchione che si fa persino thriller - soprattutto sul finale che apre alla speranza di un sequel - con un’insospettabile sicurezza dietro la macchina da presa e il solito rutilante modo di starci davanti, con quella capacità unica di capirsi e diventare più di una coppia quando stanno nella stessa inquadratura e la solita generosità nel lasciar spazio a caratteristi, comprimari e coprotagoniste. Imperdibile, soprattutto per riuscire ad alleggerire il peso di un periodo difficile come questo.
Tornare a vincere
Voto: 4/5
Genere: DRAMMA
Regia: Gavin O’ Connor
A volte per fare un buon film basta mettere le persone giuste al posto giusto nel momento giusto. Un regista come Gavin O’ Connor, bravissimo nel rendere la propria tormentata biografia ispirazione per una carriera di pochi film (ma buoni), un attore come Ben Affleck che pur non avendo uno grande talento interpretativo, se ben guidato e di fronte a personaggi ben pensati e scritti sa dare il meglio. Soprattutto se quel cineasta pesca non nella propria vita, ma in quella del suo protagonista e usando la metafora sportiva gli dà l’occasione di affrontare, catarticamente, il problema con l’alcol che confessò poco tempo fa. Lo stesso che in “Tornare a Vincere” ha Jack Cunningham, vecchia gloria del basket, mito del proprio liceo: viene chiamato a sollevare le sorti della squadra della scuola ormai solo pallido ricordo dei suoi tempi. Pescando nelle sue conoscenze, nel suo dolore (il rapporto difficile col padre, il matrimonio fallito a causa di un lutto insopportabile), nei suoi errori far sì che dei ragazzi possano essere migliori di lui. Tornare a vincere però non è il classico lungometraggio sportivo che troppo facilmente passa dal riscatto al ricatto morale, perché quando tutto sembra correre verso il lieto fine, quando tutto sembra incanalato su binari prevedibili ha un guizzo di verità e sa fare il salto di qualità. E alle lacrime di rabbia, commozione e gioia ne aggiunge altre, liberatorie, perché la vita spesso è più grande del cinema.
Draft Day
Voto: 3,5/5
Genere: Sportivo
Regia: Ivan Reitman
Sì, è un film del 2014. Ma è talmente ingiusto che fosse rimasto inedito in Italia che ve lo consigliamo qua. E poi come fai a non guardare un film di Ivan Reitman (“Ghostbusters”, ”I gemelli”, “Un poliziotto alle elementari”, così per dire) con Kevin Costner, che dei film sportivi ha interpretato il più bello, “L’uomo dei sogni”? Impossibile, ecco perché quando volete emozioni sicure mettete Amazon Prime e fate partire 100 minuti che hanno un ritmo perfetto, una sceneggiatura a orologeria e un cast che funziona alla perfezione, come gli scacchi nelle mani di Kasparov. Persino Jennifer Garner, solitamente rigida e fredda come i ghiaccioli dei nostri stabilimenti più scrausi, riesce ad essere in parte. La storia parla del giorno supremo per il football americano, quel draft day che in un giorno consuma quello che il calcio italiano protrae per mesi, il mercato dei tesserati. Il meccanismo dà agli ultimi le prime scelte e ai direttori generali, con scambi, guizzi geniali e conoscenza dello sport la possibilità di costruire il proprio dream team. Costner ha un padre morto da poco il cui ricordo lo oscura, un Junior nel cognome che lo annichilisce, una situazione affettiva complicata e un proprietario che vuole i fuochi d’artificio. Seguiamo il suo giorno del giudizio con un Reitman in forma che non ne sbaglia una e Costner che non vedevamo così da tempo. Tutto abbastanza prevedibile, bello e pure troppo quadrato. Come la partita della vita della nostra squadra del cuore, un Napoli-Juventus 3-0 nella vecchia Coppa Uefa o un gol di Manolas in Roma-Barcellona. E alla fine hai una voglia matta di tornare allo stadio.
I MAGNIFICI 7
(in sala, virtuale)
Favolacce: due registi gemelli, giovani, pieni di talento. Un film che non fa sconti a nessuno, attori di una bravura quasi insopportabile. Il capolavoro del nuovo cinema post Covid, da vedere.
Time to Hunt: Dio benedica la Corea del Sud, capitale del cinema e non solo per l’Oscar a Parasite. Questo film di genere riscrive la grammatica delle immagini in movimento e del ritmo.
D.N.A. - Decisamente non adatti: Lillo e Greg dovrebbero essere patrimonio dell’Unesco. Questa commedia è lieve e irresistibile come loro e come Anna Foglietta qui una e trina, attrice pazzesca
Tornare a vincere: Ben Affleck in una delle sue migliori interpretazioni, un film sportivo che dentro ha molto di più di un’epopea dedicata alla palla a spicchi. Istruttivo e distruttivo, come il suo attore.
Buio: tre protagoniste, alla regia una donna. Già questo rende il film una perla rara. Se poi ci mettiamo che è una fiaba dark come da noi non se ne vedono, non potete proprio perdervelo.
Draft day: ci sono film a orologeria, precisi e chirurgici nel mantenere ciò che promettono. Basta un ottimo regista e uno come Kevin Costner, che solo con quei lineamenti è già cinema puro.
Il cinema non si ferma: primo film girato con le regole del Covid, tra cellulari, regole del distanziamento fisico e sociale e la voglia di reagire. La curiosità di vederla è tanta, forza ragazzi.
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