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Minorca sostenibile

Nell’arcipelago delle Baleari, l’isola del fuori stagione e modello internazionale di sviluppo sostenibile

Gio 27 Ago 2020 | di Testi e foto di Massimiliano Rella | Mondo
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L’isola del fuori stagione perfetto è un modello internazionale di sviluppo sostenibile, nell’arcipelago delle Baleari, nel clima mite del Mediterraneo, a sud della Spagna. Un’isola dove t’accorgi subito del grande rispetto per l’ambiente e il territorio: dove la natura conserva i suoi spazi vitali, dove il mare (in estate) ci regala emozioni esotiche a due ore di volo dall’Italia, dove le auto si fermano alle strisce pedonali (che sono ben disegnate sul manto stradale) e dove trovi ancora campagne e vergini colline punteggiate da fattorie imbiancate di calce (case di Lloc), isolate e disperse in un paesaggio modellato da secoli d’agricoltura e da 11mila km di muretti a secco. Alti un metro e mezzo, la base più ampia, queste “recinzioni” di pietra furono alzate per circoscrivere i confini, impedire agli animali di scappare e proteggere dal vento i campi di frutta e verdura. 

Sarebbe troppo facile, in estate, con le sue acque cristalline, essere conquistati da Minorca, l’isola meno turistica delle Baleari, 90mila abitanti e “appena” 1,4 milioni di presenze nel 2018. Gara di sicuro persa con i grandi numeri della vicina Palma di Maiorca - la mecca del turismo di massa –, ma anche con la regina della notte e delle discoteche – l’isola di Ibiza - e con quel buen retiro un po’ radical chic chiamato Formentera, la più piccola dell’arcipelago. 

Minorca, invece, anche per il vantaggio, visto con gli occhi di oggi, d’essersi aperta in ritardo al turismo, si è lentamente ritagliata il ruolo dell’isola verde e rigogliosa, a tratti selvaggia, dove le attività umane convivono in equilibrio con le risorse della natura. E non è certo un caso se già nel 1993 fu battezzata dall’Unesco come Riserva della Biosfera, uno di 660 territori in tutto il mondo a cui è stato riconosciuto l’ambito titolo. Delimitata da 215 km di coste frastagliate, Minorca misura solo 700 km quadrati: anche arrotondando per eccesso, questi territori messi assieme occuperebbero solo un angolino del pianeta Terra.
Così se da un lato il cemento è tenuto sotto stretto controllo, dall’altro sono stati recuperati antichi sentieri come il Camí de Cavalls, un itinerario di lunga percorrenza che segue la costa per oltre 185 km, in passato utilizzato dai cavalieri come sistema di difesa, ma nel ‘900 caduto in abbandono. Negli anni ’80, su pressione d’abitanti e associazioni locali, fu avviata un’opera di recupero e segnaletica fino alla riapertura avvenuta nel 2010. Oggi è una sorta di “collana” che congiunge una varietà d’ecosistemi e paesaggi particolari - dune, aree calcaree, zone boschive – sentiero perfetto per gli amanti del trekking e autentica sfida per ciclisti allenati. Già, perché se anche Minorca è un’isola per lo più pianeggiante, il Camí de Cavalls percorre costoni di roccia, strade sterrate e suoli accidentati che richiedono un polpaccio super allenato e una buona capacità tecnica per arrampicarsi e scendere in bici. 
Un altro piacere da gustare a piccole dosi è la sua gastronomia di pesce e formaggi Queso Mahón de Menorca Dop. Basta andare in uno dei buoni ristoranti sul lungo-porto di 6 km nella capitale Maò, una bella cittadina d’impianto medievale con accenti architettonici inglesi (balconi a bovindo e finestre a ghigliottina) che sono eredità della colonizzazione britannica del XVIII secolo. Oppure nella ex “capitale” Ciutadella, all’estremità occidentale, devastata nel 1558 da un’invasione turca, come ricorda l’obelisco sulla pittoresca plaza de Born. Qui andate all’imbocco del porto, visitate l’area del Castel de Sant Nicolau, poi tornate nell’incantevole centro storico per una passeggiata lungo Carrer St. Clara. 
Ma senza dimenticare l’anima antica dell’isola e il suo paesaggio ancestrale di siti archeologici, la Minorca Talaiotica, un insieme di costruzioni preistoriche di pietra che ricordano i nuraghe sardi, un altro gioiello minorchino stavolta candidato all’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. E per i più romantici? Sette fari in altrettanti punti strategici dell’isola, come il faro di Favàritx, un puntino bianco nel paesaggio cupo e lunare del Parco Naturale della costa nord.                                                             
 

 


 

INFO PRATICHE
Minorca si trova al largo della Catalogna, a 40 minuti d’aereo da Barcellona. In estate è servita con voli no-stop da Vueling dall’Italia; d’inverno con scalo interno in Spagna (www.vueling.com). 
Per la bici e il trekking: Camí de Cavalls 360°, www.camidecavalls360.com. 

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