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C’era una volta un paese fantasma...Un borgo fantasma rinasce grazie all’audacia di un gruppo di donne legate alla propria terraGio 26 Nov 2020 | di Marzia Pomponio | Bella Italia
Un borgo medievale di circa duecentocinquanta anime, in gran parte anziani, con esercizi commerciali chiusi da oltre dieci anni, neanche un bar dove accogliere i turisti per un caffè, le abitazioni abbandonate da chi ha pensato di cercare fortuna altrove. Montelaterone, frazione di Arcidosso in provincia di Grosseto, alle pendici del Monte Amiata, in Toscana, sembrava ormai un paese fantasma a causa dello spopolamento iniziato tra gli Anni ’60 e ’70, destinato a fare scomparire le radici della prima infanzia e giovinezza dei suoi abitanti, che lì da generazioni sono nati e cresciuti. Tra questi Stefania Cassani, 61 anni, tecnico radiologo presso l’ospedale di Grosseto, mamma di due ragazzi, che con otto donne di età e formazione diverse, ma unite dallo stesso legame alla propria terra, per contrastare lo spopolamento ha dato vita nel 2019 alla cooperativa di comunità “Il Borgo”, di cui è presidente. Una realtà imprenditoriale nata grazie ai fondi della Regione Toscana e l’Unione Europea, progettata dagli abitanti che sono produttori e fruitori di beni e servizi pensati per la promozione economica e sociale del territorio, insieme ad aziende e produttori locali. La cooperativa, che opera in collaborazione con il comune di Arcidosso, ha sede in un immobile concesso dalla Curia, dove è stato aperto un ostello con 21 posti letto. Il cuore pulsante è il circolino “La Brizza”, un bar, l’unico nel paese, che è anche uno spaccio alimentare in cui trovare i prodotti tipici del posto, come olio e castagne, e un luogo dove gli anziani possono trascorre il tempo in compagnia, le mamme lasciare i propri bambini per brevi periodi, ognuno può accedere ai servizi internet grazie a una postazione digitale o svolgere attività culturali come presentazione di libri e mostre.
«Montelaterone era diventato un paese fantasma, ma avevo promesso agli anziani che ora non ci sono più che avremmo fatto qualcosa per salvarlo. Siamo partiti da piccole cose: lo spaccio alimentare, il pagamento delle bollette, sostituendoci a quei servizi che nel tempo sono scomparsi, come le Poste», ha dichiarato la presidente e promotrice del progetto, Stefania Cassani. La cooperativa in poco più di un anno di vita sta crescendo e al progetto dell’ostello si sono affiancate altre piccole realtà imprenditoriali, come l’Albergo diffuso, case messe a disposizione dai proprietari per l’affitto turistico, e la Bottega della Salute, per rispondere alle esigenze sanitarie, soprattutto dei più anziani, con servizi quali il ritiro dei referti medici, la prenotazione al cup di visite specialistiche, l’acquisto di farmaci, la convalida della tessera sanitaria, il pagamento del ticket, servizi che si sono intensificati in tempi di Covid con la distribuzione delle mascherine e la consegna degli ordini dei medicinali e della spesa alimentare.
«Dopo tanti anni di vuoto è stata una grande scommessa, in cui però credevamo. Spesso chi veniva da fuori ci diceva che eravamo un po’ pazze. Effettivamente per scegliere un percorso del genere ci vuole un po’ di follia», dichiara la presidente, alla quale si deve la rinascita del piccolo borgo dove è tornata l’occupazione e soprattutto i turisti, attratti dai caratteristici vicoli stretti, i castagneti, l’offerta di un turismo escursionistico, archeologico, sportivo, attento alla sostenibilità e alla tutela ambientale. Montelaterone racconta la storia di una comunità che ha saputo fare squadra per sopravvivere ed è diventata ormai un unico nucleo familiare.
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