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2021: Storie vere e fantastiche

Biografie fantastiche, vicende reali, film di genere: il nuovo anno in streaming offre un ventaglio di proposte vario e affascinante

Mer 30 Dic 2020 | di Boris Sollazzo | TV/Cinema
Foto di 5

Mank
Genere: Dramma, Commedia
Regia: David Fincher
PIATTAFORMA: Netflix
Voto: 4,5

Diciamolo chiaramente, David Fincher è lo Stanley Kubrick della sua generazione. Partendo sempre, o quasi, da un focus su un personaggio si estende con intuizioni straordinarie e film complessi, ma mai pesanti, a raccontare molta della nostra attualità emotiva, politica, sociale. Attraversando tutti i generi, da “Seven” a “The Social Network”, da “Benjamin Button” a “Zodiac”. Capace, come pochi altri, di raccontare il lato oscuro di ognuno di noi, anche grazie a sceneggiatori straordinari (per raccontare Mark Zuckerberg si affidò al migliore, Aaron Sorkin). Qui a scrivere per lui è il padre Jack che da 30 anni sognava questo film e da 20 lo propone, in un'impresa titanica, narrare la genesi del film che per anni è stato definito il migliore della storia del cinema: “Quarto Potere”. E lo fa partendo da chi lo scrisse, Joseph Leo Mankiewicz, un purosangue della sceneggiatura che tra alcolismo e ostracismi professionali vive un momento difficile, ma viene invitato dal bambino d'oro della Hollywood di allora, il 24enne Orson Welles, a creare insieme l'opera più audace, ambiziosa, pericolosa del primo dopoguerra, quel “Citizen Kane” (titolo originale) che avrebbe schiaffeggiato in pieno viso l'uomo più potente degli Stati Uniti e forse del mondo, il temibile Hearst. Socialista, amico dell'amante del magnate, dedito a dipendenze e con un carattere pessimo, Fincher usa Mank come Virgilio e lente d'ingrandimento sulla Mecca del Cinema, su un mondo che è padre del nostro attuale (e una storia così lontana ci racconta tanto, forse troppo, del nostro presente), regalandoci un film che ci impedirà di guardare quel periodo e quel capolavoro con gli stessi occhi, anche grazie ad attori incredibili (su tutti Gary Oldman e Amanda Seyfried). E fregatevene se molti vi dicono che la storia non è vera, non è accurata: il regista qui fa un'opera di finzione, come è giusto che sia, che va oltre la verità fattuale, per raggiungerne un'altra. E dopo riguardate “Quarto Potere” e rileggete e rivedete tutto ciò che ha generato.

L'incredibile storia dell'isola delle rose
Genere: DRAMMA
Regia: Sydney Sibilia
PIATTAFORMA: NETFLIX
Voto: 4

Non era facile tornare alla regia, per uno come Sydney Sibilia. Dopo aver esordito con la saga di “Smetto quando voglio” (ora in una bellissima edizione dvd in 4 dischi, uno dei quali ha 100 minuti di extra), con il successo di pubblico e critica ottenuti, era davvero difficile non farsi incasellare in schemi e stereotipi. Lui si è preso un po' di tempo, ha trovato una storia incredibile - la creazione di uno stato-piattaforma indipendente in Italia, il primo e unico atto ostile repubblicano contro un altro "paese" - e la declina tra commedia e biografia, tra thriller (c'è addirittura l'incrociatore Andrea Doria all'attacco) e film civile, tra goliardia e impegno. Di “Smetto quando voglio” il film ha "solo" la leggerezza profonda, la capacità di capitanare alla grande un cast corale (che bravi Elio Germano e la sempre più matura e irresistibile Matilda De Angelis, Bentivoglio è da urlo, ma tutti i comprimari sanno farsi valere) e la capacità di andare oltre gli schemi di un cinema italiano che fatica a entrare nella modernità, missione che Sibilia si è dato anche come coproduttore e cofondatore di “Groenlandia”. Nonostante qualche discontinuità nella scrittura, l'opera risulta un gioiello. Vi divertirete, arrabbierete e scoprirete una storia meravigliosa che nella realtà arrivò fino alle Nazioni Unite.

La stanza
Genere: Thriller
Regia: Stefano Lodovichi
PIATTAFORMA: Amazon Prime
Voto: 4

Quando ci lamentiamo di un cinema italiano che non sa rivoluzionarsi, magari tornando a generi che nel passato sapevamo fare alla grande, non parliamo di questo film. Stefano Lodovichi, che già ci aveva piacevolmente sorpreso e inquietato con “Aquadro” e “In fondo al bosco”, due delle proposte cinematografiche più interessanti degli ultimi anni, ora si mette alla prova con un thriller psicologico - ma lo erano, a modo loro, anche gli altri due - in cui la vita di due persone, una delle quali vorrebbe togliersela, viene spogliata da un terzo, un uomo sconosciuto, ma che conosce tutto troppo bene, soprattutto della vita degli altri protagonisti. Lodovichi bilancia con maestria toni di regia e di racconto, di colore e di luci, aiutato dal talento degli interpreti (Camilla Filippi, finalmente in primo piano dopo aver mostrato grande talento in tv e in non protagoniste eccellenti; Guido Caprino ed Edoardo Pesce, capaci di andare sempre oltre, fisicalmente e mentalmente, senza paura e con grande bravura) che sanno suonare gli strumenti donatigli dal regista alla perfezione. La tensione è alta, il lato oscuro di ognuno di loro inquieta, quella stanza diventa una prigione, ma anche una porta verso una verità che forse non vogliamo conoscere. E con poco, produttivamente, ci ritroviamo di fronte a un lavoro di altissimo livello. Che non ci stupirebbe, un giorno, essere oggetto di vari remake all'estero

The Gentlemen
Genere: Azione, Commedia
Regia: Guy Ritchie
PIATTAFORMA: Amazon Prime
Voto: 3,5

Guy Ritchie è uno di quei talenti che ti fanno arrabbiare. In un colloquio a scuola è di quelli di cui direbbero "è intelligente, ma non si applica". L'ex marito di Madonna attraversa da anni il cinema facendoci sentire una struggente nostalgia per il suo film migliore (“The Snatch”, con un Brad Pitt gitano da urlo), seminando negli altri suoi lavori gemme uniche incastonate però in film scombinati. “The Gentlemen” non fa eccezione, anzi ha il pregio e insieme il difetto di essere autoderivativo. I gangster movie (stra)cult del nuovo millennio si devono a lui, ha inventato e coltivato il genere come pochi altri, tanto che Mickey Pearson, il solito, ottimo, Matthew McConaughey, ci sembra di averlo già visto e conosciuto. Il suo essersi fatto da solo, sporcandosi le mani ovviamente, ce lo rende subito terribilmente simpatico, così come il villain Hugh Grant, mai così cattivo, e un Colin Farrell che non era così in forma da anni. Li mescola a un montaggio forsennato e ipercinetico, come suo solito, dà loro una caratterizzazione forte, anche linguistica (come sempre) e ci fa dimenticare tutti gli esperimenti fatti per uscire da se stesso (il remake di “Travolti da un insolito destino” e il live action di “Aladdin” su tutti) per farci godere di nuovo della sua ironia violenta, nel senso più ampio del termine, e grottesca. Un film che mantiene ciò che promette e nulla di più. Ma se amate il buon Guy basta e avanza.

We can be heroes
Genere: FANTASCIENZA, AVVENTURA
Regia: Robert Rodriguez
PIATTAFORMA: Netflix
Voto: 3

Un ritorno atteso quello del beniamino di Quentin Tarantino, il cineasta che ha saputo unire commedia e horror, azione e sensualità come pochi altri, come ci ricorda il suo capolavoro, “Sin City” (che lo vedeva affiancato dal regista di “Pulp Fiction” e da sua maestà Frank Miller). Qui ci regala una sorta di teen movie fantastico che forse non è del tutto nelle sue corde, ma che fin dalle prime foto di scena uscite ha mostrato un'estetica di altissimo livello e facce da schiaffi adorabili. La trama è il mix perfetto per il pubblico attuale, affamato di fantascienza e supereroi: alieni che invadono la terra e catturano tutti coloro che finora l'avevano salvata con i propri superpoteri e un pugno di ragazzi, loro figli, che si mettono in testa di liberarli. Ritmo sostenuto, regia come sempre di alto livello, il solito talento nell'intrattenimento più pop ne fanno un lungometraggio che ti tiene attaccato alla poltrona. Soprattutto se sei minorenne.


 

I MAGNIFICI 7 (IN SALA)

Mank: David Fincher, il film seminale della storia del cinema moderno, un attore che sta vivendo una seconda giovinezza (Gary Oldman), lo sceneggiatore con la S maiuscola, Mankiewicz. Cosa volete di più?

L'incredibile storia dell'isola delle rose: Sibilia torna dopo “Smetto quando voglio” e fa centro. Anche grazie a un grande cast - Germano, De Angelis e un Bentivoglio irresistibile - e una storia incredibile ma vera.

Lupin III The First: uno dei gioielli del catalogo Prime Video, conquistato con le unghie e con i denti. Un film che per gli appassionati è un regalo unico e che per chi gli anime non li conosce, sarà un ottimo inizio.

La stanza: Filippi, Caprino e Pesce forse non li troverete con le bacheche piene di premi, ma sono attori straordinari. Lodovichi è un regista che sa come avvincere ed inquietare e regalare una grande regia. 

The Gentlemen: un Guy Ritchie che è più Guy Ritchie di Guy Ritchie. Torna al genere che ha (re)inventato, con un cast stellare e una storia solida e perfetta per lui. Risultato prevedibile, ma se lo amate vi divertirete.

We can be heroes: Robert Rodriguez, il bad boy di Hollywood, in un teen movie tra fantascienza e supereroi. Non è il suo terreno d'elezione, ma porta a casa la pellaccia con mestiere e furbizia.

Hala: film passato con successo al Sundance 2019 che ci racconta con semplicità forse troppo didascalica l'educazione sentimentale, e non, di una giovane studentessa musulmana negli Usa. Su Apple Tv.

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