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Quando le bollette sono sballate...

Le strade possibili: pagare, rivolgersi al servizio clienti, scegliere la conciliazione o Arera

Ven 26 Feb 2021 | di Armando Marino | Soldi

Bollette sballate, letture errate, acconti, disguidi e interruzioni della corrente o del gas. Il campionario delle possibili controversie con le società che ci forniscono l’energia necessaria ad alimentare le nostre case è praticamente infinito. In genere ci sono due possibilità, la prima è il paga e zitto. Quando la cifra in ballo o il disservizio in questione sono piccoli, tanti preferiscono far finta di nulla e ingoiare l’amaro boccone. L’altra possibilità è rivolgersi al servizio clienti e cercare di sbrogliare la matassa.

Il problema è che le società meno serie hanno servizi clienti che sono solo degli scudi su cui rimbalzano le proteste. Spesso hanno mezzi scarsi per approfondire i problemi che vengono loro sottoposti o personale poco preparato. Se la controversia non si risolve, è possibile battere una terza strada, quella della conciliazione. Molte aziende hanno delle procedure interne. Ma se si vuole essere sicuri di giocare in un campo più neutro, una possibilità è rivolgersi al servizio consumatori di Arera, l’Authorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Negli ultimi anni alla sua competenza, che include luce e gas in particolare, si è aggiunta anche la fornitura idrica, ma le regole in questo campo sono ancora un po’ più arretrate e quindi meno favorevoli al consumatore.

Ad Arera si può chiedere di attivare una procedura di conciliazione, dove una persona indicata dall’authority funge da arbitro della controversia. Con questo sistema, nel biennio 2019-2020 i consumatori sono riusciti a ottenere rimborsi per oltre 10 milioni di euro. Un servizio che andrebbe pubblicizzato di più.
E non solo. Il servizio consumatori Arera, cui si può rivolgere on line o per telefono, in un caso che conosco ha aiutato un consumatore in una controversia con Acqualatina, società di fornitura dell’acqua che per 15 anni aveva letto ostinatamente il consumo sul contatore di un vicino di casa. Un fatto inspiegabile, che aveva ovviamente reso impossibile stimare correttamente il consumo. E, nonostante sia stato il consumatore a segnalare l’errore, Acqualatina ha reagito con estrema arroganza, calcolando una cifra incredibile di arretrati basata su un’approssimazione inattendibile, visto che il contatore non era mai stato letto prima. Risultato: una bolletta con richiesta di arretrati da quasi 7.000 euro. Il consumatore in questione si è rivolto al servizio consumatori Arera che lo ha aiutato brillantemente a sbrogliare la pratica, facendo da mediatore. Acqualatina, dopo una serie infinita di comunicazioni, ha ridotto dapprima la pretesa a 600 euro. Per poi concludere che in realtà era la società a dover rimborsare 20 euro al consumatore. Attenzione: ci sono voluti due anni e un bel po’ di studio. Ma almeno grazie ad Arera non si è soli.      

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