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Mechelen: La cittā del futuroA pochi passi da Bruxelles, tra memoria, arte, musica e birraVen 26 Feb 2021 | di testo e foto di Massimiliano Rella | Mondo
Due statue troneggiano sul Grote Markt, la “piazza del Mercato” di Mechelen, una graziosa cittadina di 80mila abitanti, a 15 minuti di treno da Bruxelles. Le statue sono quella più altera di Margherita d’Austria e la più giocosa di un personaggio locale dal nome complicato - ‘t Opsinjoorke – e protagonista di una leggenda: tornato a casa ubriaco fu scaraventato gambe all’aria dalla moglie... Nulla di strano qui in Belgio, terra di birre artigianali, tra le migliori al mondo e che qui scorrono a fiumi…
Le due statue si trovano agli opposti della grande piazza del Mercato, dominata dalla torre della Cattedrale che svetta tra i palazzi barocchi e rinascimentali, in una Mechelen semi-deserta alle prime luci della sera. Ma la mattina decine di persone gironzolano sul Grote Markt tra bancarelle di fiori, frutta e verdura, intorno alla statua di Margherita d’Austria e fino ai vecchi portici, occupando per qualche ora l’isola pedonale, dove l’unico mezzo di locomozione ammesso è la bicicletta. Su tutto svetta la torre “tronca” della Cattedrale di San Rombaldo (Sint Roumbout), il “tempio” di Mechelen. La torre quadrata e senza cupola (non fu mai coperta), alta 97,5 metri, fu costruita a partire dal 1452 su disegno dei Keldermans, una famiglia di architetti locali. Secondo il progetto doveva raggiungere i 167 metri e probabilmente fu “troncata” per mancanza di fondi. Invece, della chiesa consacrata nel 1312 non si conoscono con esattezza le origini; è certo, però, che le reliquie di Rombaldo, monaco irlandese arrivato a metà 700 per evangelizzare i Paesi Bassi, furono trasferite nel 1227 nella chiesa collegiata. Ed è inoltre documentato che il coro della chiesa, così come ci appare, fu costruito tra il 1342 e il 1451.
Nel 1559 il tempio divenne sede arcivescovile, ma a causa dei conflitti religiosi che nel XVI secolo divamparono in Europa gli interni gotici e ben 40 altari riccamente decorati furono distrutti o rimossi, poi rimpiazzati da altari barocchi. La gran parte delle vetrate risale invece al XIX e XX secolo, poiché sebbene risparmiata in larga parte durante il periodo Napoleonico, la Cattedrale con la prima guerra mondiale subì considerevoli danni.
La visitiamo: al suo interno la scena è dominata da figure maschili, con la Vergine più defilata. Su tutte, la statua di San Rombaldo a 3,75 metri d’altezza domina l’altare barocco, a seguire il Cristo, l’arcivescovo, vari santi e il protettore dei mestieri e delle corporazioni. Dalla chiesa si sale alla torre “tronca”. Il percorso in 7 “tappe” mostra gli strumenti di lavoro usati in passato per la gestione della torre. I 513 gradini ci accompagnano in un museo di 6 stanze e in cima a questo, dopo altri 25 scalini, su una terrazza con vista a 360 gradi. L’itinerario ci regala anche la scoperta dell’organo della chiesa, di altri strumenti della torre e del pezzo più interessante del museo: il Carillon. Questo è un ingegnoso e complesso strumento musicale composto di una grande tastiera collegata da lunghi fili metallici a ben 49 campane: 6 sono campane grandi e 42 piccole, di diversa dimensione. Attraverso la tastiera del Carillon si fanno suonare le campane. Immaginate il concertone dei due Carillon custoditi nella torre (sono 4 in città), il più vecchio dei quali d’inizio ‘900. Ogni giorno, tra le 7 e le 23, un meccanismo fa risuonare una melodia di diversa durata per scandire il tempo: una melodia più lunga all’ora; poi alla mezzora; ogni 15 minuti; e una coppia di note ogni 7 minuti e mezzo. Non è un caso se qui a Mechelen è presente l’unica scuola di carillon del Belgio (De Koninklijke Beiaardschool Jef Denyn). Arrivano studenti da tutto il mondo, anche americani e giapponesi, che dopo 6-7 anni di studio tornano nei loro Paesi con un diploma originale in tasca per suonare il carillon in chiese e cattedrali. La rarità di questa specializzazione musicale è dovuta al fatto che non si possono comprare gli strumenti, ma solo praticarli sul posto; ovviamente... Le classi composte da una ventina di persone, dopo un paio d’anni di studio cominciano a fare esercitazione dentro la torre di San Romualdo. I carrioner – come si chiamano - hanno le chiavi della torre, quindi possono entrare liberamente e suonare. Grazie alla scuola e agli studenti ogni sabato e domenica, tutto l’anno, dalla torre aleggia una melodia di carillon, con un suono che arriva a coprire centinaia di metri attorno alla Cattedrale: il sabato dalle 11,30 alle 12,30, la domenica dalle 15 alle 16.
IL GRAN BEGHINAGGIO
Considerata dal Financial Times una delle città europee del futuro, annovera diverse attrazioni, tra cui il Grande Beghinaggio, un’area del centro storico ricca d’incantevoli case e stretti vicoli, protetta dall’Unesco, sorta a metà ‘500 per ospitare le confraternite laiche delle beghine - pie donne cattoliche - fondate nei Paesi Bassi a partire dal XIII secolo. è da non perdere anche la Kazerne Dossin, il museo sulla memoria e sui diritti umani, con una sezione sull’olocausto e la violenza collettiva. I tre piani del museo sono organizzati a tema: il primo sui comportamenti sociali e di massa, il secondo sulla paura, il terzo sulla morte. Due intere pareti sono tappezzate dalle foto di ebrei e zingari che tra il ‘42 e il ‘44 furono portati nei campi di concentramento nazisti di Auschwitz-Birkenau transitando per la caserma Mechelen - oltre 25mila persone - attraverso 28 convogli ferroviari. Il muro dei ritratti è composto da tante piccole foto in bianco e nero (delle persone di cui si è accertata la morte), di sagome in grigio (le persone scomparse) e una minoranza di foto color arancio (i sopravvissuti). Dal 2012 il museo è ospitato in una nuova struttura di mattoncini bianchi con 28 finestre murate, pari al numero di convogli utilizzati per il genocidio. Il progetto è stato curato dallo studio di architettura di bOb Van Reeth (www.kazernedossin.eu). Attorno al Vismarkt, il vecchio mercato del pesce, negli ex quartieri di artigiani e mercanti, oggi si susseguono locali, winebar e negozi vintage. Qui possiamo fare una passeggiata lungo la passerella del fiume Dyle o una gita in barca sui canali. Camminando tra i vicoli scopriremo inoltre giardini segreti, come quello dell’artista Mariette Teugels, adornato da eleganti ballerine bronzee, o il giardino più “imperiale” di Margherita d’Austria, nel chiostro di un Tribunale, un tempo residenza della reggente dei Paesi Bassi (1507-1530). Tra i locali imperdibili c’è infine un tempietto della birra: Het Anker, storico birrificio completo di ristorante e albergo (www.hetanker.be). Il birrificio nacque originariamente per la produzione di birra al servizio dell’ospedale e dei malati nel XV secolo, nel quartiere del Gran Beguinage. Allora la birra era somministrata ai malati in alternativa all’acqua, per motivi igienici. Successivamente la produzione si affrancò dall’ospedale e nel XIX secolo la struttura fu acquistata dalla famiglia Van Breedan, oggi di proprietà dei discendenti Leclef. Ogni anno qui scorrono 36 milioni di litri in 10 tipi di birra, più una produzione di whiskey.
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