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L’informazione ha ‘dimenticato’ l’ambienteIl Rapporto Eco-Media rileva che la pandemia ha ridisegnato le priorità dell’informazione in televisione, nei giornali e sul webMar 30 Mar 2021 | di Domenico Zaccaria | Ambiente
Come una grande e minacciosa nuvola nera, lo scorso anno il Coronavirus ha finito per oscurare tutto. Anche l’attenzione di stampa, tv e web per le tematiche ambientali. E pensare che il 2020 era iniziato nel modo giusto, grazie agli appelli di Papa Francesco sui cambiamenti climatici, alle proteste studentesche dei Fridays for Future e alle politiche europee incardinate nel Green New Deal. Da marzo in poi, il nulla (o quasi). I dati emergono dal Rapporto Eco-Media, il “bollettino” annuale che monitora l’attenzione rivolta dai principali media alle tematiche ambientali; uno studio che – fortunatamente - segnala una leggera inversione di tendenza nei primi mesi di quest’anno, legata ai fondi europei per una ripresa in chiave sostenibile degli Stati membri. è a partire dai primi giorni di marzo del 2020 che l’emergenza sanitaria e la conseguente crisi socio-economica hanno ottenuto spazi sempre crescenti sui mezzi di informazione. Come spiega il direttore del Rapporto, Massimiliano Pontillo, “doveva essere l’anno della svolta green per arrestare la crisi climatica, ma la pandemia globale ha ridisegnato le priorità dei media e del dibattito pubblico. Il volto di Greta e il Green New Deal europeo hanno lasciato spazio a bollettini, mappe e curve epidemiologiche”.
POCO CONSIDERATO IL LEGAME TRA AMBIENTE E COVID-19
La pandemia è arrivata ad occupare l’85% degli spazi disponibili sui media. Il risultato, evidenzia Pontillo, è che “il contesto sanitario ha travolto il Pianeta mettendo all’angolo le tematiche ambientali, trattate sporadicamente dai mezzi d’informazione. Rileviamo anche un altro dato molto critico: l’assenza di un legame, scientificamente provato, tra ambiente e Coronavirus”. In televisione, ad esempio, il picco della parola “Covid-19” si è registrato il 25 maggio: ciò nonostante l’Italia non fosse in un periodo di massima allerta, perché il primo lockdown era terminato da tre settimane e la seconda ondata non era ancora scoppiata. I quotidiani nazionali si sono dimostrati sensibili all’ambiente solo quando lo hanno affrontato all’interno di un più ampio contesto economico o politico, mentre le testate locali hanno mostrato maggiore attenzione. Allargando il campo, diversi studi hanno messo in relazione il Coronavirus e l’ambiente: sono stati correlati l’inquinamento all’aumento del tasso di mortalità e lo stop delle attività produttive e del traffico a una diminuzione delle morti per inalazione di gas nocivi. Notizie certamente rilevanti, ma i principali media hanno preferito occuparsi di altro.
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