acquaesapone Soldi
Interviste Esclusive Viaggi Editoriale Inchieste Io Giornalista TV/Cinema A&S SPORT Zona Stabile Rubriche Libri Speciale Cannes

Libera o in concessione? Questo è il dilemma

Tra infrazioni, guerre non combattute con i concessionari, questioni eluse, ecco le spiagge italiane 2021

Ven 27 Ago 2021 | di Armando Marino | Soldi
Foto di 2

L’immagine romantica dell’asciugamano gettato sulla spiaggia per godersi una giornata in libertà è sempre più rara, quest’estate, secondo una rilevazione di Legambiente, sono nuovamente aumentate le spiagge date in concessione: più 12,5%. In molte aree d’Italia, specie quelle in cui l’arenile è di pregio, fino al 90% dei lidi è gestito da qualcuno, privati o enti.

Il record appartiene a Gatteo, sulla costiera romagnola, dove il 100% delle spiagge è affidato in concessione. Ma anche nella splendida Versilia non va meglio: a Pietrasanta, località esclusiva in provincia di Lucca, siamo al 98,4% delle spiagge non libere. Lo Stato è affamato di denaro e sa che le concessioni possono fruttare bene. Ma anche qui i conti non tornano: in molti casi, denuncia Legambiente, i canoni fissati sono irrisori o poco trasparenti. Il caso estremo presentato dall’associazione ambientalista è quello di Arzachena, in Sardegna, dove le casse pubbliche hanno incamerato 19mila euro in un anno, a fronte di 59 stabilimenti su aree demaniali: significa che ciascuna ha pagato un affitto di 322 euro annui. E ci sarebbero canoni non riscossi per 235 milioni, con arretrati che datano indietro fino al 2007. Oltretutto, l’Italia è continuamente in stato di infrazione, perché l’Europa chiede di mettere a gare le concessioni e i governi eludono la questione per non aprire la guerra con i concessionari.

La denuncia di Legambiente è un po’ in bianco e nero: non basta che una spiaggia sia libera perché sia fruibile. Più è frequentata, più serve manutenzione. E ci sono gestori di stabilimenti che offrono ottimi servizi e fanno in modo che i lidi siano davvero godibili. Ma ce ne sono anche altri che pensano solo a sfruttare ogni centimetro di sabbia. La soluzione parrebbe essere in un modello diversificato che permetta a ciascuna tipologia di bagnante di trovare ciò che cerca: c’è a chi piace lo stabilimento con la musica e l’animazione e chi preferisce pace e natura. Abbiamo migliaia di chilometri di coste: davvero è impossibile far convivere questi due tipi di offerta con una giusta manutenzione dell’arenile e un pagamento equo dei canoni di concessione?                                             

Condividi su: