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Finalmente l’osteopatia č una professione sanitaria!L’annuncio č arrivato a fine giugnoVen 27 Ago 2021 | di Emanuele Tirelli | Salute
Alla fine di giugno, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato l’inserimento dell’osteopatia tra le professioni sanitarie. Nel 2010, l’Unione Europea l’aveva riconosciuta tra le medicine complementari e in molti Paesi, come Svizzera, Francia, Gran Bretagna e Portogallo, l’osteopata è già un professionista nel campo della sanità. Di cosa si tratta, ce lo spiega più compiutamente Roberto Laudisio, che esercita a Milano, Como, Napoli e Santa Maria Capua Vetere (Ce).
A cosa serve?
«Non si limita ad una diagnosi o al trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici. Si preoccupa del mondo in cui tutta la biomeccanica del sistema muscolo-scheletrico si integra con la fisiologia dell’intero organismo. Il corpo ha la capacità di autoguarire e di mantenere il suo stato di salute. Noi lo aiutiamo a restare sulla strada giusta, ma non siamo dei guaritori o dei santoni».
Perché vengono da lei?
«Nella maggior parte dei casi per cervicalgia e lombosciatalgia. E collaboro con alcuni medici che mi chiedono delle consulenze o dei trattamenti per i loro pazienti. Prima di applicare un bite o un apparecchio ortodontico, il dentista può domandarmi di valutare il paziente per verificare la necessità di sottoporlo ad alcune sedute per il riequilibrio della muscolatura facciale. Oppure, l’otorino indirizza le persone da me quando si tratta di acufene muscolo-tensivo. Ci sono anche colleghi che lavorano molto sulla faringe, collaborando con i logopedisti per aiutare le persone che non deglutiscono bene o che hanno problemi di fonia. O, ancora, nello sport, per trattare gli atleti ed evitare il più possibile che incorrano in problemi muscolari».
Lavorate attraverso le manipolazioni.
«Il trattamento manipolativo osteopatico insiste anche sulla fascia, intesa come tessuto connettivo che avvolge, sostiene, sospende, protegge, collega e divide la componente muscolare, scheletrica e viscerale del corpo».
In che modo?
«Conoscendo la biomeccanica corporea, possiamo trattare strutture più profonde sotto la cute. È una sensibilità che si acquisisce con gli anni. Può anche capitare che una tensione cervicale crei dei problemi allo stomaco: in quei casi libero la cervicale. Oppure succede di scoprire che un dolore al collo derivi da una gastrite cronica. In ogni caso, quando capisco che c’è una patologia o che il disturbo non rientra nella mia competenza, indirizzo verso l’apposito specialista».
Fate prevenzione e non riabilitazione.
«È bene chiarirlo perché ci sono ancora molte incomprensioni sulla nostra professione. Dico sempre ai miei pazienti di venire quando si sentono bene. Qualche disfunzione la trovo sempre, la tratto e permetto al corpo di funzionare al meglio. Poi, in base all’attività lavorativa, a quella fisica, al tipo di vita che conducono, posso suggerire ogni quanto tempo venire. Ma quando si parla di prevenzione si intende anche prevenire le complicanze, come nei pazienti con cronicità che dai trattamenti osteopatici traggono grandi miglioramenti della qualità della vita. Ecco perché tratto problemi muscolo-scheletrici. Ma se un paziente mi dice che non riesce a muoversi perché è “bloccato con la schiena” o che gli si è addormentata una gamba, gli consiglio di rivolgersi direttamente allo specialista. Mi è capitato anche con chi soffriva di gastrite e voleva venire da me senza essere andato prima dal gastroenterologo».
È soddisfatto per il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria?
«Era ora. Ed è importante sia per chi fa questo mestiere che per i pazienti. Adesso potrà dirsi osteopata solo chi è davvero formato in questa direzione. Ho frequentato corsi di riprogrammazione posturale, terapia miofunzionale, kinesiologia applicata, metodo Drt, taping e bendaggi sportivi, auricoloterapia, Back School e Pancafit. Ho conseguito un master in Posturologia alla Sapienza di Roma e ho frequentato il corso di Osteopatia della Ifop, patrocinato dalla Sapienza: per me che ho una laurea di base in Scienze Motorie è durato sei anni. E sono iscritto al Roi – Registro Osteopati Italiani. Una delle conseguenze più importanti di questo riconoscimento è, come mi auguro, la possibilità di interfacciarsi con altri professionisti. Non ci si sostituisce a nessuno e, dove è necessario, è importante poter collaborare per la salute del paziente».
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