acquaesapone New York
Interviste Esclusive Viaggi Editoriale Inchieste Io Giornalista TV/Cinema A&S SPORT Zona Stabile Rubriche Libri Speciale Cannes

Una vecchiaia senza pensione

In usa si diventa poveri perché si vive più a lungo delle proprie risorse

Lun 01 Feb 2010 | di da New York Manuela Senator | New York
Foto di 6

L’immagine del pensionato americano in vacanza permanente nella calda Florida passando il tempo a giocare a golf appare irrealistica di questi tempi.
Metà degli anziani americani rischia di vivere gli ultimi anni in povertà. Le cose cominciano bene all’inizio della pensione. Ma nel periodo dai 65 agli 85 anni il patrimonio personale si esaurisce: in pratica in America si rischia di diventare poveri perché si vive più a lungo delle proprie risorse.

Nessun riposo per gli ultrasessantenni
Molti ultrasessantenni continuano a lavorare perché non sono riusciti a risparmiare abbastanza durante gli anni lavorativi. Si fa un bel dire che lavorano ancora per mantenere vivi i rapporti sociali, sentirsi utili alla società, o addirittura per stare meglio. Il fatto puro e semplice è che molti non si possono permettere di andare in pensione. Di questi tempi, lavorare più a lungo consente di aumentare i risparmi, permette di rifarsi dalle perdite negli investimenti di borsa e riduce gli anni in cui i risparmi devono durare. Altro vantaggio è che i benefici del Social Security (la pensione pubblica) aumentano se non vengono richiesti prima dei settant’anni. Attualmente gli anziani che lavorano sono impiegati nelle vendite al dettaglio, ma ci sono settori in crescita come le consulenze e la stessa cura senile.

Stati uniti diversi dall’europa 
Qui la pensione funziona in modo diverso che in Europa. La maggioranza dei datori di lavoro non la garantisce e i pensionati devono contare sul proprio capitale personale e sul valore della casa per andare avanti. Chi va in pensione in genere ha a disposizione le seguenti fonti di reddito: l’IRA (individual retirement account), ovvero un conto di pensione individuale, che solo una minoranza di americani riesce ad aprire, il piano 401K (il cui valore è crollato l’anno scorso con la caduta dei valori azionari), e il Social Security.
Questa forma di pensione minima però è quasi a rischio d’insolvenza per il progressivo invecchiamento della popolazione (entro il 2030 il 20% degli americani avrà più di 65 anni rispetto al 13% attuale). Già Clinton aveva messo in guardia sul rischio di esaurimento di questo fondo federale. Eppure quasi la metà dei pensionati americani fa esclusivo affidamento su questa pensione esentasse per restare sopra la soglia di povertà (calcolata a meno di 11.000 dollari per una coppia anziana). Quanto al capitale individuale, nel 2009 il tracollo dei valori immobiliari e le perdite nei conti d’investimento personali hanno colpito seriamente i lavoratori vicini alla pensione.

Sanità, la spesa che pesa
Gli economisti suggeriscono di lavorare dopo i 63 anni (l’età media della pensione) soprattutto per il pagamento delle spese sanitarie che sono il costo principale in anzianità. Pochissimi datori di lavoro garantiscono un’assicurazione sanitaria per i propri pensionati e anche quando la offrono, clausole varie consentono di modificare o di eliminare la copertura in qualsiasi momento.
Laddove l’assicurazione continua, il pensionato dovrà forse pagare un premio più alto, contribuire con maggiori pagamenti di tasca propria in caso di malattia o rispondere a criteri più stringenti per essere assicurato.

Risparmiare sulla salute
In maggioranza, i pensionati devono stipulare un piano di assicurazione privata che solo in parte viene integrato da sussidi pubblici come il Medicare (a partire dai 65 anni) e il Medicaid (il programma di assistenza medica per i poveri).
Come il Social Security, anche Medicare e Medicaid saranno sotto stress quando la generazione del baby boom (i nati tra il 1946 e il 1964) si ritirerà dal lavoro. Non mancano pensionati che fanno a meno di curarsi se visite e  medicine costano troppo: una soluzione che peggiora la qualità della vita e comporta costi più alti se il male si aggrava.

I manager della vecchiaia
La cura senile di lungo termine ha costi proibitivi in America: pare che il costo medio di una camera in ospizio si aggiri sui 70.000 dollari (circa 49.000 euro) l’anno; quando l’anziano esaurisce i risparmi per far fronte a questa spesa, il Medicaid paga il conto.
Forme meno permanenti di assistenza alla vecchiaia costano la metà, ma non godono di alcuna sovvenzione statale. Le famiglia di un anziano, che decide di farlo assistere parzialmente o di curarlo in casa, deve farsi carico di tutti i costi (circa duecento dollari al mese).
Tra spese e lavoro perduto, questo comporta problemi finanziari, stress e fatica. I datori di lavoro mal tollerano la necessità di assentarsi per accudire un anziano, soprattutto se non è un parente diretto come la madre o il padre. Eppure queste soluzioni alternative stanno prendendo piede e il numero di anziani relegati in ospizio è in diminuzione.
I più abbienti e quelli con meno tempo fanno ricorso ai manager per la cura della vecchiaia, ovvero consulenti che, dietro lauto compenso, aiutano le famiglie a trovare i centri di assistenza o l’aiuto domestico per la cura del proprio parente anziano.
Per chi non ha famiglia, esistono assicurazioni che coprono la cura di lungo periodo; il costo medio supera 2.000 dollari all’anno per un sessantacinquenne in forma.  
 


Condividi su:
Galleria Immagini