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03) La conquista dello spazioVen 28 Gen 2011 | di Antonio Sanna | concorso iPad
Sentiamo spesso parlare di osservazioni astronomiche, lancio di nuovi satelliti, telescopi, ma anche di "prove tecniche" di volo per conquistare Marte e poi chissà quali altri pianeti. Premetto che sono d'accordo con la ricerca scientifica, con la nostra voglia di scoprire, che è insita nella natura e nel codice genetico dell'uomo. Approvo esperimenti fatti in assenza di gravità, per esempio nella stazione spaziale internazionale, e che ovviamente questo comporta dei costi elevati in tecnologia, ricerca e risorse umane. Quello che mi trova assolutamente in disaccordo è la nostra, ma sarebbe giusto dire di pochi, brama di voler conquistare altri pianeti. Non si fa altro che paventare l'ipotesi di un imminente sbarco su Marte e di una sua futura colonizzazione. Ingenti flussi di denaro vengono spesi per poter dare corso a prove e test, oltre l'invio di piccole sonde che dovrebbero essere i precursori di una futura esplorazione umana. Mi chiedo: come mai non ci guardiamo un po’ intorno e non vediamo come stiamo riducendo "casa nostra"? La inquiniamo sempre di più, non abbiamo rispetto per l'enorme ed unico patrimonio che è il creato in cui viviamo ed in cui vivranno i nostri figli, nipoti e le generazioni a venire. Mentre scrivo mi viene in mente un lungometraggio animato della Pixar, che in molti sicuramente avranno visto. Si tratta di Wall-e, la storia di un piccolo robot spazzino, ultimo della sua generazione che viene lasciato sulla Terra per ripulire la sporcizia creata in secoli di consumismo sfrenato. Tutto ci dovrebbe far riflettere. Invece nulla. Non passa giorno che non si sente o si legge la notizia di un fiume inquinato, perché sono finite in acqua sostanze velenose oppure esplosioni in fabbriche dove oltre i morti si sono verificate esalazioni nell'aria di sostanze tossiche ed in ultimo, ma non meno importante, la costruzione di centrali nucleari sbandierate come produzione di energia illimitata a basso costo. Non sarebbe meglio investire tutti quei soldi in qualcosa di più proficuo e redditizio per l'ambiente, le persone, il cibo? Dove stiamo andando a parare? Tutto ciò mi spaventa e mi fa sentire impotente. Ma sono sicuro che, se ognuno di noi diventa consapevole e responsabile della sua "area di influenza" - che tradotto in parole povere vorrebbe dire iniziare a riciclare, selezionare i propri acquisti, premiare o affossare un determinato marchio che produce in modo virtuoso o di contro inquina sconsideratamente - forse inizieremmo ad avere più voce in capitolo e potremo difendere meglio la nostra "casa". |
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