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05) Dura la vita del pendolare

Carrozze insufficienti, bagni e porte guasti e maleducazione

Lun 28 Feb 2011 | di Nicoletta Zaira Saccoccio | concorso iPad

Dura è la vita del pendolare: un corso di sopravvivenza che non si svolge su un’isola deserta, ma nelle stazioni affollate. Come in una giungla, egli deve portare con sé un kit per far fronte agli imprevisti (più che ai pericoli): tanta pazienza, molto self control, una bottiglia d’acqua, uno snack e un libro! Nelle situazioni estreme il kit si espande comprendendo anche una coperta e uno scaldotto: capita di dover viaggiare in compagnia di pinguini e orsi polari!

Dura è la vita del pendolare: si alza prima dell’alba, esce da casa quando tutti gli altri dormono ancora, arriva in una stazione senza una sala d’attesa accogliente, apprende che il treno (con cui dovrà raggiungere il posto di lavoro o di studio) è in ritardo o è stato soppresso, chiede chiarimenti al Capostazione, ottenendo, il più delle volte, una risposta evasiva, s’inalbera, si confronta con gli altri pendolari, si calma, si arrende alle circostanze e attende l’arrivo del treno.

Dura è la vita del pendolare e col passare degli anni le condizioni di viaggio sono peggiorate, e i ricorrenti disservizi sono oramai entrati nell’ordinarietà:

1) le carrozze sono insufficienti per il numero di passeggeri che si vedono costretti a viaggiare a ridosso delle porte, incastrati tra un sedile e l’altro, ammassati lungo i corridoi come bestiame da macello. Un malore improvviso o la necessità di scendere velocemente dal treno, sono eventi che ognuno di loro si augura di non vivere;

2) i bagni sono inutilizzabili, perché chiusi o guasti e un bisogno fisiologico urgente è temuto come una malattia contagiosa;

3) alcune porte sono guaste e ciò comporta il sovraffollamento presso quelle funzionanti con conseguente ritardo in partenza;

4) gli impianti di condizionamento dell’aria sono malfunzionanti o spenti; d’inverno si viaggia come in un congelatore munito di ruote e motore, d’estate mancano sabbia, ombrelloni e sdraio per sentirsi come in spiaggia;

5) i ritardi e le cancellazioni sono frequenti e non sempre è assicurato un servizio sostitutivo giacché i treni, che eccezionalmente vengono fermati in stazione per raccogliere i passeggeri rimasti appiedati, sono già affollati e molti devono optare per altre soluzioni di trasporto.

Dura è la vita del pendolare: paga per un servizio che viene offerto come un “minimo sindacale”, deve essere comunque riconoscente poiché non ha alternative, è l’unico su cui si ripercuotono i disagi in caso di sciopero, di maltempo, di guasti, non viene risarcito se il treno che lo porterà a casa è fermo perché c’è ghiaccio sui binari.

Dura è la vita del pendolare: arriva tardi in ufficio o a lezione, ma la giustificazione per ritardo a lui non imputabile a lungo diventa come il “al lupo, al lupo” a cui nessuno più crede.

Dura è la vita del pendolare che chiede solo un servizio più efficiente.

 
 
 
 

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