12) Madre... per tutta la vita
Ciò che le madri pensano, ma non hanno il coraggio di dire
Lun 06 Giu 2011 | di Daniela Montanaro | concorso iPad
Nove mesi ed eccomi qui con elenco di impegni evasi: corso pre-maman, respirazione. Perfetta visione del parto fornita dal corso. Ecco, io non so voi, ma il mio parto di romantico proprio non aveva nulla!
Dopo tanta fatica eccoti qui, uno scricciolo di 3,100 kg che a guardarti la prima volta ho pensato: “ma sei davvero diverso dai neonati delle pubblicità”.
Quattro giorni dopo siamo tutti a casa, il prototipo perfetto della famiglia felice, con un piccolo ed unico inconveniente: “Cosa faccio ora?”. Ed ecco sopraggiungere il fatidico istinto materno che ti consente di compiere gesta sconosciute: cambiare il pannolino, aspirare i muchi, medicare il cordone ombelicale… Ma non sarebbe più naturale chiamarlo istinto di sopravvivenza?
Ed ora sono qui alle prese con l’allattamento, questo speciale momento di unione, fra te e lui. In pochi giorni passo da una seconda ad una quarta misura che potrebbe anche avere i suoi vantaggi, sarebbe un mezzo di seduzione se non fosse stato relegato ad unico uso specifico: distributore di latte. In due parole da Jessica Rabbit a vacca frisona, il top della mungitura!
Ore 23 cercasi disperatamente riposo!Ancora oggi, dopo 2 anni provo un certo senso di terrore nell’addormentarmi ed una domanda sola mi attanaglia: "Quando si sveglierà?".
Ore 01,00 ha inizio la nostra staffetta notturna: passeggiamo da un corridoio all’altro senza tregua, ma ecco sembra addormentarsi finalmente, sembra esausto ed invece mi accorgo che è ancora sveglio. Ma come farà?
Ore 03,00 penso: "un giorno andrai via di casa ed io potrò finalmente tornare padrona della mia vita, un giorno sarò io a chiamarti, piangendo ed implorandoti di tornare a casa e tu non avrai certo il buongusto di dondolarmi per tutta la casa?!".
L’ennesima notte passata in bianco, non ti guardo neanche, se non ti rivolgo la parola, magari… Ma eccomi qua ti guardo e tu mi sorridi in quella maniera speciale che solo tu sai fare e ad un tratto mi sembra di passarci sopra (non dimentichi tutto, no, perché se c’è una cosa che proprio noi donne non sappiamo fare, è dimenticare).
Ancora non lo so, Marco, so soltanto che quando ti guardo alzare le braccia facendo finta di volare, anch’io inizio a farlo insieme a te, ed insieme sorvoliamo sulle difficoltà, sulle angosce quotidiane, sulle notti insonni e da quassù tutto appare più piccolo.
|
|