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Riapre la scuola, attenti alla porta!

Edifici scolastici: per il 36% urge manutenzione. Ma non c’è un euro

Mar 23 Ago 2011 | di Claudio Cantelmo | Attualità

Che la realtà scolastica italiana non stia vivendo il suo periodo di maggior splendore è davvero lampante.  Tuttavia, oltre gli aspetti legati ai tagli economici nel settore, al momento di tornare tra i banchi salta agli occhi il preoccupante quadro degli edifici evidenziato dal recente monitoraggio di Legambiente. Messa sotto lente la situazione strutturale di scuole primarie e secondarie in 93 capoluoghi di provincia, il rapporto racconta di un patrimonio in vero e proprio stato di emergenza.

Dati allarmanti
Circa il 36% degli edifici scolastici necessita di interventi di manutenzione urgenti e indifferibili, oltre 42.000 stabili adibiti all’insegnamento si trovano in aree a rischio sismico e poiché il 65% di essi è stato costruito prima del 1974, anno dell’entrata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni in zona soggetta a terremoto, solo il 10,14% di questi è stato edificato secondo criteri antisismici. Circa il 9% insiste poi su aree idrogeologicamente sensibili e soltanto poco meno del 50% dei palazzi possiede il certificato di collaudo statico. Evidente inoltre la storica forbice fra la qualità del patrimonio edilizio delle diverse aree del Paese: i Comuni del sud e delle isole, infatti, pur avendo strutture scolastiche mediamente più giovani rispetto alle regioni settentrionali, lamentano maggiori necessità di interventi di manutenzione urgenti, evidenziate in circa il 52% degli edifici al sud e 53% nelle isole a fronte degli interventi dichiarati necessari dalle regioni del nord e del centro, attestati attorno al 26%. Altri dati estremamente indicativi sono quelli relativi agli edifici nati come abitazioni e che ospitano invece scuole, il 10,41% nelle isole (intorno al 20% nella sola Sicilia) e quelli degli edifici in affitto, pari al 9,67% nelle isole (più del 18% nella sola Sicilia), a fronte di una media nazionale che contiene entrambi i fenomeni ad una percentuale inferiore al 6%. Tiene invece unita tutta la Penisola il problema della carenza di strutture dedicate allo sport, di cui ancora oggi sono sprovvisti oltre la metà dei fabbricati.

Dove è la vigilanza?
Pollice verso per l’azione di vigilanza degli enti locali, praticamente latitanti per quanto riguarda il monitoraggio delle proprie scuole. Basti pensare che il 18% dei Comuni non esegue il controllo delle strutture in amianto, malgrado la legge 257/92 richieda alle regioni il censimento degli stabili in cui l'elemento sia riscontrabile, e gran parte degli edifici scolastici siano stati costruiti proprio nei decenni in cui si aveva scarsa percezione della pericolosità dell’amianto e venivano utilizzati comunemente materiali che lo contenevano abbondantemente. Anche se la percentuale dei Comuni inadempienti può sembrare bassa, non lo è rispetto ai margini di rischio che questa mancata attenzione può generare in strutture pubbliche come gli edifici scolastici. Analogo discorso può essere fatto per il radon, i cui monitoraggi vengono fatti da poco più di un 30% delle amministrazioni, ma con margini di rischio circoscritti a quei territori che hanno caratteristiche geofisiche interessate da questo fenomeno. Vengono invece molto sottovalutati i rischi derivanti dalla vicinanza agli elettrodotti, presenti in una percentuale del 3,42%, di cui però solo nell'11% dei casi il Comune fa un monitoraggio costante. Un’analoga percentuale è quella dei Comuni che dichiarano di porre attenzione alla vicinanza di scuole a emittenti radiotelevisive, fenomeno che interessa poco più del 4% degli edifici. È invece vicina al 15% la percentuale di costruzioni scolastiche in prossimità di antenne per cellulari, situazione di rischio che viene tenuta sott'occhio da quasi il 39% dei Comuni, probabilmente per effetto delle circolari del Ministero della Salute, che richiedono di adottare il principio cautelativo in particolar modo in aree sensibili, quali proprio ospedali e scuole. Rimangono una costante nel tempo due dati che invece non accennano a diminuire: la vicinanza di meno di 5 km del 17% di scuole a industrie e il 10,54% a meno di un km da fonti di inquinamento acustico.

Una ricetta? Più coraggio in sostenibilità e buone pratiche
La tendenza allo scarso investimento da parte delle amministrazioni segna anche molti parametri relativi alla sostenibilità degli edifici. Se è vero che la raccolta differenziata è una pratica ormai fortunatamente diffusa nella maggior parte dei plessi scolastici, è altresì vero che da anni la percentuale delle scuole riciclone è più o meno la stessa e quest'anno per la prima volta è in discesa: una preoccupante spia di basso investimento sui territori nella corretta gestione dei rifiuti. Lenta la crescita del biologico nelle mense: negli istituti in cui vengono serviti prodotti biologici, circa l’87% del totale, solo l’8,66% offre cibi interamente bio, mentre il resto dichiara di utilizzare una percentuale di essi ferma attorno al 54%. Un segnale che va inoltre analizzato, anche alla luce del rapporto fra qualità e tagli finanziari che hanno subìto i Comuni, è quello relativo al calo delle strutture che usufruiscono di alcuni servizi: dal 2006 assistiamo ad un meno 6% di scuole dotate di scuolabus (32,70%) e dallo scorso anno un ridimensionamento di istituti che possiedono una cucina interna (23,07%).

Buone notize? Coraggio, si trovano pure quelle!
Si trovano anche prove di buona volontà: nel 90% delle scuole vengono effettuate prove di evacuazione, più del 90% degli edifici ha le porte antipanico, anche se la certificazione di prevenzione incendi riguarda solo il 35,4% di esse, mentre le scale di sicurezza si trovano solo nella metà delle strutture scolastiche italiane. Interessante infine il trend positivo relativo all’adozione di pratiche di risparmio energetico, anche se ancora piuttosto timido rispetto alle opportunità offerte in campo: in 4 anni il numero degli istituti che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo è passato dal 46,50% a più del 63% e quelle che utilizzano energia da fonti rinnovabili è raddoppiato fino a più dell’8%. Puglia, Abruzzo e Toscana le più virtuose in quest’ultimo segmento, col dato quasi doppio rispetto alla media nazionale.                    



CALABRIA MAGLIA NERA
Tralasciando il dato della regione Campania ancor oggi incompleto, è la Calabria la regione maggiormente a rischio, con ben 1.428 istituti scolastici non a norma e che presentano gravi lacune strutturali. Una situazione che ovviamente si ripercuote anche sulla sicurezza di studenti e docenti che ogni giorno studiano e lavorano all'interno delle scuole calabresi. A farne le spese anche la didattica, che deve il più delle volte fare a meno di laboratori e strutture efficienti. Se a questo aggiungiamo l'elevatissimo rischio sismico ed idrogeologico al quale la Calabria è sottoposta, è evidente che la situazione è drammatica. In coda dopo la Calabria troviamo la Lombardia con 1.026 edifici a rischio; un dato, quello lombardo, che va però ovviamente riportato nel contesto di una regione dove è altissimo il numero di strutture esistenti. Gravi le situazioni riscontrate anche in Sicilia, Veneto e Puglia, che necessitano di un piano urgentissimo e strutturale di edilizia scolastica per ristabilire le condizioni di normale sicurezza per le migliaia di studenti e docenti coinvolti.




LE SCUOLE DELL’OBBLIGO

Le scuole dell’obbligo italiane sono poco meno di 57mila, suddivise in 30.251 scuole dell'infanzia, 18.462 scuole  primarie (elementari) ed 8.093 scuole medie, o scuole secondarie di primo grado.

Numero di scuole per città

Roma                 2.338
Napoli                1.160
Milano                   938
Palermo                856
Torino                    631
Genova                 532
Catania                 508
Messina                396
Firenze                 339
Bologna                 332
Reggio Calabria    325
Bari                        322
Verona                   302
Venezia                  268
Padova                   230
Taranto                   231
Brescia                   204
Trieste                    202


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